L’Accordo di libero scambio tra l’Unione Europea e i Paesi del Mercosur rischia di danneggiare fortemente il settore agricolo italiano. È quanto dichiarato dal Vicepresidente di Confagricoltura, Luca Brondelli, durante un’audizione presso la Commissione Agricoltura della Camera, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle ricadute dell’intesa sul sistema agroalimentare italiano.
Il Mercosur (Mercado Común del Sur – Mercato Comune del Sud) è un blocco economico e commerciale dell’America Latina, fondato nel 1991, che comprende stati come Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela, Bolivia, Cile, Perù, Colombia ed Ecuador. Inoltre, aderiscono come membri associati Bolivia, Cile, Perù, Colombia ed Ecuador. L’accordo con l’UE mira a facilitare il commercio tra le due aree, riducendo dazi e barriere doganali.
Brondelli ha sottolineato che si tratta di un caso eccezionale, poiché è la prima volta che Confagricoltura si esprime negativamente su un trattato di libero scambio. “Questo dovrebbe far capire che siamo di fronte a qualcosa di diverso dal solito”, ha dichiarato.
Secondo Confagricoltura, l’accordo favorirebbe alcuni settori, come quello vinicolo e caseario, grazie all’abolizione dei dazi. Tuttavia, le protezioni per i prodotti a indicazione geografica (IGT) risultano deboli, permettendo la commercializzazione in Sud America di prodotti come “Parmigiano” e “Reggianito”, che potrebbero confondere i consumatori e penalizzare i produttori italiani.
I comparti più a rischio sono quelli della carne, del pollame, dello zucchero e del riso, che si troverebbero a dover competere con importazioni da Paesi che non rispettano gli stessi standard produttivi europei. Un altro punto critico è l’assenza di sanzioni in caso di mancato rispetto delle normative ambientali e sanitarie da parte dei Paesi del Mercosur, un aspetto che desta forti preoccupazioni nel settore agricolo europeo.
L’accordo, negoziato per oltre vent’anni, potrebbe quindi avvantaggiare alcuni comparti, ma penalizzare pesantemente altri, con effetti negativi per l’intero sistema agroalimentare italiano. Per questo motivo, Confagricoltura si oppone fermamente all’intesa, chiedendo maggiori tutele per i produttori italiani.