Dazi Usa: preoccupazione a Vicenza per rincari fino al 15% sull’export

Settori metallurgico, manifatturiero e alimentare a rischio. Attesa una risposta dall’Europa

L’introduzione dei dazi sui metalli da parte degli Stati Uniti, firmata dal presidente Donald Trump, sta generando forti preoccupazioni a Vicenza, dove le aziende temono rincari fino al 15% sulle esportazioni. A essere colpiti potrebbero essere, oltre al comparto metallurgico, anche i settori manifatturiero e alimentare, già sotto pressione a causa dell’aumento dei costi energetici e della concorrenza internazionale.

Il settore metallurgico in allarme

Uno dei primi a lanciare l’allarme è Raffaele Ruella, amministratore delegato del Gruppo Beltrame, che impiega 2600 dipendenti tra Italia, Francia, Svizzera e Romania. Sebbene i prodotti delle acciaierie vicentine non siano destinati direttamente al mercato statunitense, l’impatto dei dazi potrebbe comunque penalizzare l’intero comparto siderurgico europeo, con ripercussioni sulla filiera e sui costi di produzione.

Il problema si somma a un altro nodo cruciale per le imprese: il caro energia, che sta già comprimendo i margini di profitto delle aziende del settore. La combinazione di maggiori costi di produzione e difficoltà nell’export rischia di mettere in crisi molte realtà produttive.

Manifatturiero e alimentare: rincari previsti del 10-15%

Oltre alla siderurgia, anche il settore manifatturiero e alimentare vicentino teme le conseguenze delle nuove tariffe imposte dagli Stati Uniti. Secondo le stime, i costi delle esportazioni potrebbero aumentare tra il 10% e il 15%, rendendo i prodotti italiani meno competitivi sul mercato americano e aprendo spazi alla concorrenza cinese.

Il vicepresidente di Confindustria Vicenza, Alberto Favero, sottolinea la necessità di una risposta unitaria dell’Unione Europea, per evitare che l’industria italiana venga penalizzata da politiche commerciali sempre più aggressive.

L’Europa chiamata a reagire

Gli imprenditori vicentini guardano con attenzione alle possibili contromisure di Bruxelles, che dovrà decidere se rispondere ai dazi statunitensi con misure di difesa commerciale o attraverso accordi diplomatici per limitare i danni all’export europeo. Senza un intervento concreto, il rischio è che le aziende italiane perdano ulteriori quote di mercato a favore di produttori extraeuropei, aggravando le difficoltà già esistenti nel settore.

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