Innovazione in Umbria: cresce ma non basta, la regione rischia di restare indietro

Gli investimenti in beni immateriali sono ancora troppo bassi rispetto al resto d’Italia: ecco perché la produttività stenta a decollare

Giorgio Mencaroni

L’Umbria sta investendo nell’innovazione, ma il ritmo non è sufficiente a colmare il divario con le altre regioni italiane. Secondo il report della Camera di Commercio dell’Umbria, negli ultimi anni gli investimenti in beni immateriali sono cresciuti, ma a un tasso inferiore rispetto alla media nazionale e molto al di sotto di regioni come Lombardia e Marche. Inoltre, il 2023 ha segnato un’inversione di tendenza, con una riduzione degli investimenti che ha visto l’Umbria unica regione del Centro Italia in calo.

Un’innovazione a rilento: i numeri che preoccupano

Nel periodo 2019-2023, gli investimenti in beni immateriali delle imprese umbre sono aumentati del 34,1%, ma la media italiana è del +39,8%. Il confronto con la Lombardia è impietoso: le imprese lombarde hanno registrato una crescita del +41%, mentre altre regioni come le Marche (+50,6%) e il Lazio (+34,7%) hanno superato nettamente l’Umbria.

Non solo: nel 2023 gli investimenti medi per impresa in beni immateriali in Umbria sono stati di 94.755 euro, il valore più basso tra le regioni del Centro. La Toscana ha registrato 176.790 euro, il Lazio 128.483 euro, le Marche 96.595 euro. La Lombardia? Ben 210.685 euro per impresa, più del doppio rispetto alla media umbra.

Perché gli investimenti in beni immateriali sono così importanti?

A differenza dei beni materiali, gli investimenti immateriali comprendono:

Brevetti e marchi
Software e licenze
Ricerca e sviluppo (R&S)
Formazione del personale
Reputazione aziendale e diritti d’autore

Questi asset sono fondamentali per aumentare la produttività, migliorare la competitività e garantire stipendi più alti ai lavoratori. In un mondo dominato dalla digitalizzazione e dall’intelligenza artificiale, le imprese che investono di più in questi ambiti riescono a crescere e ad attrarre più risorse.

Il problema dell’Umbria: troppa attenzione ai beni materiali, poca alla digitalizzazione

Uno dei principali freni all’innovazione regionale è lo sbilanciamento degli investimenti. Le imprese umbre, nel 2023, hanno destinato solo l’8,9% delle immobilizzazioni totali ai beni immateriali, contro una media nazionale del 12,9% e del 15,1% nel Centro Italia.

Anche la crescita di questa quota nel tempo è stata deludente:

📉 2019: 8,1%
📈 2020: 8,7%
📈 2021: 9,8%
📉 2022: 9,6%
📉 2023: 8,9%

Mentre in tutto il mondo l’innovazione digitale è esplosa, in Umbria la situazione è rimasta quasi invariata.

Il futuro: digitalizzazione e innovazione per rilanciare la produttività

Per colmare il gap con le regioni più avanzate, è essenziale accelerare sulla transizione digitale ed ecologica. Non basta che le imprese umbre investano di più: devono investire meglio, concentrandosi sui settori che realmente aumentano la produttività e la competitività.

La Camera di Commercio dell’Umbria lancia un appello: solo diffondendo l’innovazione tra tutte le imprese, dalle grandi alle piccole, si potrà invertire la tendenza e rendere il sistema produttivo regionale più solido e competitivo.

Il rischio? Se non si interviene subito, l’Umbria continuerà a perdere terreno, compromettendo il futuro economico della regione.

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