A gennaio, l’indice di disagio sociale calcolato da Confcommercio ha registrato un lieve incremento, raggiungendo quota 10,2. L’aumento è dovuto principalmente alla crescita dell’inflazione per i beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto, che ha toccato il 2,1%, rispetto all’1,7% di dicembre. I principali fattori che hanno spinto i prezzi al rialzo sono stati i prodotti alimentari e i carburanti.
Sul fronte occupazionale, il tasso di disoccupazione ufficiale è rimasto stabile al 6,2%, mentre quello esteso – che tiene conto anche degli inattivi disponibili a lavorare – è stato confermato al 6,9%, lo stesso valore di dicembre. Questo risultato è stato favorito da un lieve aumento degli occupati e da una riduzione marginale delle persone in cerca di lavoro.
Secondo l’Ufficio Studi di Confcommercio, la crescita del Misery Index – pur rimanendo vicina ai minimi storici – rappresenta un fenomeno da monitorare con attenzione. La combinazione di una crescita economica più debole, un mercato del lavoro meno dinamico e un aumento dei prezzi per i beni essenziali potrebbe indurre le famiglie a mantenere un atteggiamento più prudente nei consumi.
Questa tendenza rischia di complicare il raggiungimento degli obiettivi di crescita economica, con possibili ripercussioni negative sia sul mercato del lavoro che sull’indice di disagio sociale nei prossimi mesi.