Durante il Consiglio informale Competitività e Commercio in corso a Varsavia, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha incontrato Stéphane Séjourné, vicepresidente esecutivo per la Prosperità e la Strategia Industriale. Il confronto si è concentrato sulle strategie per la competitività europea, con particolare attenzione alla neutralità tecnologica nel settore automotive e al Clean Industrial Deal.
Neutralità tecnologica e biocombustibili
Urso ha espresso il proprio apprezzamento per l’inclusione della neutralità tecnologica nella Bussola per la competitività europea, un principio sostenuto dall’Italia affinché venga riconosciuto non solo per i veicoli elettrici, ma anche per i biocombustibili. «Questa è la strada giusta», ha dichiarato il ministro, sottolineando l’importanza di una transizione energetica flessibile che non penalizzi le diverse tecnologie disponibili.
L’incontro di Varsavia segue altri colloqui avuti dal ministro italiano con sette commissari europei tra Bruxelles e Strasburgo, a dimostrazione dell’impegno del governo nel difendere le proprie posizioni di politica industriale.
Le priorità della politica industriale europea
Oltre al settore automobilistico, il confronto ha toccato temi cruciali per l’industria europea, tra cui:
- Siderurgia e industria chimica, comparti chiave per la produzione e l’innovazione
- Industrie energivore, che necessitano di politiche di supporto per affrontare la transizione ecologica
- Materie prime critiche, fondamentali per garantire l’indipendenza strategica dell’Europa
Urso ha sottolineato la necessità di fondi comuni per l’innovazione e la competitività, auspicando procedure semplificate e rapide per permettere alle imprese di affrontare al meglio la competizione globale.
Verso un Clean Industrial Deal efficace
Il ministro ha definito il Competitiveness Compass un primo passo nella direzione giusta, ma ha insistito sulla necessità che il principio della neutralità tecnologica sia pienamente integrato nel prossimo Clean Industrial Deal, affinché l’Europa possa sviluppare un’industria forte e innovativa senza escludere tecnologie strategiche.