Acciaierie d’Italia: richiesta proroga della cassa integrazione per 12 mesi

Coinvolti 3.420 lavoratori, di cui 2.955 a Taranto. Produzione ancora lontana dai livelli ottimali

Acciaierie d’Italia, attualmente in amministrazione straordinaria, ha presentato al Ministero del Lavoro una richiesta di proroga della cassa integrazione straordinaria (Cigs) per 12 mesi, a partire dal 1° marzo 2025. Il provvedimento riguarderà 3.420 lavoratori, di cui 2.955 nello stabilimento di Taranto (2.368 operai, 378 impiegati e quadri, 209 intermedi).

La richiesta di proroga della Cigs interessa anche altre unità produttive situate a Milano, Racconigi, Legnaro, Novi Ligure, Marghera, Genova e Paderno Dugnano.

Produzione ridotta e prospettive future

Nel documento inviato al Ministero, Acciaierie d’Italia ha evidenziato che lo stabilimento di Taranto sta operando con due altiforni (Afo1 e Afo4) a regime ridotto, con un output giornaliero di circa 8.000 tonnellate di acciaio, a fronte delle 20.000 tonnellate che si potrebbero raggiungere con la piena operatività.

La produzione annua dello stabilimento è attualmente di 2 milioni di tonnellate (dato certificato al 31 dicembre 2024), con una previsione di graduale incremento fino a 3,5 milioni di tonnellate a dicembre 2025, grazie alla possibile riattivazione dell’Altoforno 2, che tuttavia sostituirà uno degli altiforni attualmente in funzione.

Sostenibilità economica e riduzione del personale

Secondo quanto dichiarato nell’istanza, i livelli produttivi attuali e previsti non sono ancora sufficienti a garantire la sostenibilità finanziaria dell’azienda, creando un disequilibrio strutturale tra costi e ricavi. Questo scenario rende inevitabile una riduzione del personale, a causa dell’inattività parziale o totale di alcuni impianti e della ridotta alimentazione delle infrastrutture produttive.

La cassa integrazione straordinaria avrà una durata di un anno e potrà essere prorogata per tutto il periodo della gestione commissariale.

La situazione resta complessa, con il futuro dello stabilimento di Taranto e degli altri impianti che dipenderà dagli sviluppi della gestione commissariale e dagli interventi previsti per rilanciare la produzione.

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