Flextronics, il Mimit chiede trasparenza sulla cessione dello stabilimento di Trieste e garanzie occupazionali

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy sollecita chiarimenti sulla vendita al fondo tedesco FairCap e pretende un piano industriale chiaro per la tutela dei 347 lavoratori. Il tavolo di crisi è stato aggiornato al 12 febbraio.

 

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) ha chiesto ieri maggiore trasparenza sulla cessione dello stabilimento Flextronics di Trieste, dopo che l’azienda ha deciso di vendere la struttura e le relative attività al fondo finanziario tedesco FairCap senza un preventivo confronto con le istituzioni e le parti sociali. Il tavolo di crisi è stato aggiornato al 12 febbraio, data in cui si attendono risposte più dettagliate sul futuro dell’azienda e dei suoi 347 lavoratori.

Il tavolo di crisi, convocato ieri, 28 gennaio 2025 su indicazione del ministro Adolfo Urso, ha visto la partecipazione dei rappresentanti di Flextronics, delle organizzazioni sindacali, della Regione Friuli-Venezia Giulia e degli enti locali. Durante l’incontro, è stata confermata la volontà della proprietà di cedere l’azienda a un soggetto straniero, senza consultare preventivamente le parti coinvolte.

Il Mimit ha espresso preoccupazione per questa decisione unilaterale, che disattende gli auspici avanzati nei precedenti incontri, nei quali si auspicava una gestione più condivisa della transizione. Il Ministero ha quindi chiesto all’attuale proprietà piena trasparenza sulle modalità e i termini della cessione, al fine di valutare gli effetti dell’operazione e garantire la tutela occupazionale.

Garanzie per i lavoratori e richiesta di un piano industriale

Uno dei punti centrali della discussione riguarda il futuro piano industriale che il fondo FairCap intende applicare allo stabilimento di Trieste. Il Mimit ha ribadito l’urgenza di ottenere garanzie sulla continuità produttiva e occupazionale, per evitare possibili ricadute negative sui lavoratori e sull’economia del territorio.

L’attenzione del Ministero si concentra su tre aspetti fondamentali:

  • Trasparenza sui dettagli dell’operazione di vendita;
  • Tutela dei 347 posti di lavoro e delle condizioni contrattuali;
  • Chiarezza sul piano di rilancio industriale e sugli investimenti futuri.

Prossimi passi: tavolo aggiornato al 12 febbraio

Il confronto tra le parti proseguirà il 12 febbraio 2025, quando il Ministero si aspetta risposte concrete sia dall’attuale proprietà che dal fondo acquirente. L’obiettivo è assicurare un passaggio di proprietà che non penalizzi i lavoratori e che possa offrire nuove opportunità di sviluppo per lo stabilimento di Trieste.

La situazione resta sotto stretta osservazione da parte del Mimit, che continuerà a monitorare il processo di cessione per tutelare l’occupazione e il futuro produttivo del sito.

Foto: MIMIT
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