Il saldo negativo di lavoratori giovani in Veneto raggiungerà quota 400mila entro il 2030, con ripercussioni su tutti i settori, in particolare su quello manifatturiero. Nonostante gli sforzi formativi, la domanda di competenze continua a superare l’offerta disponibile.
Ogni anno 40mila veneti si formano per cambiare carriera, ma il numero non è sufficiente nemmeno a coprire le esigenze del lavoro d’ufficio. Il settore edile, in particolare, ha subito una trasformazione radicale, con una carenza cronica di 10mila lavoratori all’anno. Gli operai italiani sono sempre più rari, mentre la manodopera proveniente dall’Est Europa è diminuita drasticamente.
Di fronte a questa emergenza, molte aziende stanno cercando soluzioni alternative, puntando su lavoratori provenienti da Argentina e Tunisia, sfruttando un sistema di extra quote nei flussi migratori. Tuttavia, la nuova sfida è l’inserimento della manodopera africana, che sebbene desiderosa di stabilizzarsi in Veneto, si scontra con ostacoli significativi legati all’integrazione e alla formazione professionale.