Il Veneto ha superato la Lombardia per numero di focolai di influenza aviaria, raggiungendo quota 24 casi accertati, rispetto ai 23 registrati in Lombardia. La situazione appare particolarmente critica nella provincia di Verona, dove, nelle ultime tre settimane, sono stati individuati 11 nuovi focolai, l’ultimo dei quali è stato rilevato in un allevamento di Vigasio con 800mila galline ovaiole.
Per contenere la diffusione del virus H5N1, le autorità sanitarie hanno imposto misure restrittive negli allevamenti colpiti, vietando l’ingresso di nuovi animali e perimetrando le aree infette. La situazione sta avendo un impatto significativo sul settore avicolo, con centinaia di migliaia di capi abbattuti per evitare l’ulteriore diffusione del contagio. Il virus ha colpito non solo le galline ovaiole, ma anche tacchini e polli da carne, mettendo in difficoltà l’intera filiera produttiva.
La gravità della situazione è emersa nel corso di un incontro convocato da Confagricoltura Veneto a Padova, al quale hanno partecipato oltre 250 imprenditori del settore avicolo. Durante la riunione sono state discusse le misure di contenimento adottate e le prospettive future per il comparto, fortemente colpito dalle conseguenze economiche e logistiche della diffusione del virus.
Gli allevamenti del Veneto stanno affrontando un’emergenza senza precedenti, con la necessità di implementare rigorosi protocolli di biosicurezza per arginare l’infezione e limitare le perdite. Le istituzioni regionali e le associazioni di categoria stanno collaborando per garantire il supporto necessario alle aziende colpite, cercando di ridurre l’impatto economico e proteggere la salute pubblica.