“La transizione digitale ed ecologica rappresenta una grande opportunità per il futuro, ma c’è un ostacolo che l’Italia e l’Umbria in particolare devono affrontare: la costante emorragia di talenti verso l’estero”. Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, sottolinea l’urgenza di intervenire: “La perdita continua di laureati che lasciano il nostro Paese per stabilirsi definitivamente all’estero è un duro colpo al potenziale di crescita economica e sociale. Questo problema richiede soluzioni mirate e innovative, sia a livello nazionale che regionale”.
Dati preoccupanti: l’analisi del decennio 2013-2023
Negli ultimi dieci anni, l’Umbria ha registrato un saldo negativo di 2.470 laureati:
- 4.165 laureati umbri hanno trasferito definitivamente la loro residenza all’estero.
- Solo 1.695 laureati sono tornati in regione.
Il trend negativo è evidente: nel 2013 le cancellazioni verso l’estero erano 233, contro appena 73 rientri. Dieci anni dopo, nel 2023, le partenze sono aumentate a 450, mentre i rientri si sono fermati a 219.
Un’occasione mancata: la speranza del 2021
Nel 2021, si era registrata una lieve inversione di tendenza:
- Le partenze si erano ridotte a 312 e i ritorni erano saliti a 234, portando il saldo negativo a soli 78 laureati.
Tuttavia, questo miglioramento si è rivelato temporaneo. Tra il 2022 e il 2023, le partenze sono rimaste stabili attorno a 450, mentre i rientri non sono andati oltre i 219.
Mencaroni attribuisce la speranza del 2021 alla ripresa economica e all’ottimismo generato dal Recovery Fund europeo e dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Il fenomeno nel contesto nazionale
La fuga dei laureati non è un problema esclusivo dell’Umbria. A livello nazionale, tra il 2013 e il 2023:
- 308.824 laureati hanno lasciato l’Italia.
- Solo 131.692 sono rientrati, generando un saldo negativo di 169.132 laureati.
In particolare, l’Umbria registra un incremento delle cancellazioni del 93,1%, in linea con la media nazionale (+90,1%). Le regioni con i maggiori incrementi percentuali sono:
- Abruzzo: +170,1%
- Molise: +133%
- Marche: +124,3%
- Veneto: +120,1%
Chi sono i laureati che lasciano l’Umbria?
La maggior parte dei laureati umbri che si trasferiscono appartiene alla fascia d’età 25-39 anni, con 2.672 cancellazioni. Seguono:
- 40-64 anni: 1.108 partenze.
- 0-24 anni: 205 partenze.
- Over 65: 180 partenze.
Le proposte per invertire la tendenza
Mencaroni avanza alcune proposte concrete per contrastare il fenomeno:
- Istituzione di un fondo regionale ad hoc, finanziato da tutti gli enti, per sostenere i laureati che tornano in Umbria.
- Incentivi specifici per frenare le partenze e attrarre talenti dall’estero.
- Investimenti nella formazione e nell’innovazione, per creare un ecosistema capace di trattenere il capitale umano.
“È necessario uno sforzo coordinato a livello nazionale e regionale per ridurre e, auspicabilmente, eliminare il divario negativo. La Camera di Commercio dell’Umbria è pronta a fare la sua parte per promuovere politiche e iniziative mirate, coinvolgendo imprese e giovani”.
Conclusioni
La fuga dei laureati rappresenta una sfida cruciale per il futuro dell’Umbria e dell’Italia intera. Solo attraverso politiche integrate e interventi mirati sarà possibile trattenere e valorizzare il capitale umano, elemento fondamentale per una crescita economica e sociale sostenibile.
Il tempo per agire è adesso: invertire la rotta è possibile, ma richiede impegno e visione.