Influenza aviaria: nuovi focolai nel Veronese mettono in crisi gli allevamenti

Allarme per l'influenza aviaria nel Veronese: aumentano i focolai e cresce la preoccupazione degli allevatori. Forza Italia chiede interventi urgenti alla Regione Veneto

Negli allevamenti del Veronese, l’influenza aviaria sta assumendo proporzioni preoccupanti. Dodici focolai confermati in un mese e dieci uccelli selvatici trovati infetti nel dicembre scorso rappresentano i numeri aggiornati al 14 gennaio. La crisi sta colpendo duramente il settore avicolo, portando all’abbattimento di migliaia di animali e mettendo a rischio la sostenibilità economica degli allevatori.

La richiesta di intervento urgente alla Regione

La consigliera regionale Elisa Venturini, di Forza Italia, ha sollecitato la Regione Veneto a prendere provvedimenti immediati per affrontare la situazione. In una lettera inviata agli assessori regionali Manuela Lanzarin e Federico Caner, Venturini ha ribadito l’urgenza di convocare un tavolo tecnico con le associazioni di categoria. L’obiettivo è duplice: ascoltare le istanze degli allevatori e trovare soluzioni concrete per contenere l’emergenza e prevenire situazioni simili in futuro.

Secondo Venturini, «i numerosi focolai, concentrati principalmente nel Veronese, hanno comportato l’abbattimento di centinaia di migliaia di animali, aggravando una situazione già difficile per gli allevatori. A questa emergenza sanitaria si aggiungono ritardi nei risarcimenti e una percezione di scarsa attenzione da parte delle istituzioni».

Le criticità segnalate dagli allevatori

Alberto Bozza, consigliere veronese di Forza Italia, ha sottolineato l’estrema difficoltà in cui si trovano gli allevatori, costretti a gestire le conseguenze di questa crisi. Tra i problemi principali emergono i ritardi nei rimborsi per i capi abbattuti e per il fermo delle attività. Bozza ha inoltre evidenziato l’importanza di ripensare il sistema di gestione delle pandemie animali, suggerendo di investire maggiormente nella formazione e di coinvolgere i sindaci dei territori colpiti nel processo decisionale.

La situazione attuale, secondo il consigliere, richiede non solo interventi immediati, ma anche una visione di lungo termine per garantire la sostenibilità del settore avicolo e offrire certezze alle future generazioni di allevatori.

Dati sulla diffusione del virus

Tra dicembre e metà gennaio, dieci uccelli selvatici sono risultati positivi al virus dell’aviaria: si tratta di sei fischioni, due aironi, un gabbiano e un germano reale. A questi si aggiungono i dodici allevamenti colpiti: broiler, galline ovaiole e tacchini sono le specie maggiormente coinvolte. Tre focolai sono stati individuati a dicembre, mentre altri nove sono stati scoperti tra il 3 e il 13 gennaio.

La diffusione del virus sta causando gravi danni economici e logistici, con intere aziende costrette a sospendere le attività e abbattere il bestiame per evitare ulteriori contagi. La rapidità con cui si stanno moltiplicando i casi rende ancora più urgente un piano d’azione regionale mirato.

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