L’università di Bari festeggia 100 anni

La ministra Bernini celebra un secolo di storia dell'UniBa e annuncia importanti investimenti per il futuro delle università del Sud

L’università di Bari, con una storia di cento anni che la pone come punto di riferimento accademico e culturale nel Mediterraneo, è stata celebrata in un evento che ha visto la partecipazione della ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. Durante il suo intervento, la ministra ha sottolineato l’importanza strategica dell’ateneo come crocevia tra Oriente e Occidente, evidenziando il suo ruolo centrale nel futuro accademico italiano, soprattutto in relazione al piano Mattei, un progetto che mira a rafforzare il legame tra il Sud Italia e il Mediterraneo.

Un miliardo di investimenti in tre anni

La ministra Bernini ha ricordato che, negli ultimi tre anni, il Governo ha destinato all’Università di Bari circa un miliardo e 15 milioni di euro, una cifra suddivisa tra il Fondo di finanziamento ordinario (FFO) e i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ha inoltre sottolineato che, nonostante una lieve flessione del FFO prevista per il 2024, il bilancio 2025 prevede un aumento significativo del 4%. “Non abbiamo intenzione di tagliare, ma di incrementare”, ha dichiarato la ministra, rimarcando l’impegno per sostenere il sistema universitario, in particolare quello del Sud Italia.

Il futuro delle università del Sud dopo il Pnrr

Un tema centrale del discorso della ministra è stato il futuro degli atenei meridionali una volta concluso il Pnrr nel 2026. Per affrontare questa sfida, il Governo ha già predisposto un fondo di 300 milioni di euro, integrato da ulteriori risorse del Fondo di coesione. “Questi fondi saranno destinati in gran parte, circa l’80%, alle università del Sud, per garantire la loro crescita e il loro sviluppo anche nel lungo termine”, ha spiegato Bernini.

Un ruolo cruciale per Bari nel Mediterraneo

L’evento ha anche messo in luce il ruolo strategico dell’Università di Bari come ponte culturale e scientifico tra il Mediterraneo, l’Oriente e l’Occidente. La ministra ha sottolineato l’importanza di tale posizione geografica e culturale, che rende l’ateneo un attore chiave per promuovere lo sviluppo del Mezzogiorno e rafforzare le relazioni internazionali.

 

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