Lavoro in Trentino: cresce l’offerta, ma mancano i lavoratori

Le imprese trentine cercano personale, ma incontrano difficoltà nel reperirlo, con il settore della ristorazione tra i più colpiti: 23.780 richieste e una difficoltà di reperimento del 62%

Le necessità occupazionali delle aziende in Trentino continuano ad aumentare. Nel 2024, le previsioni di assunzione hanno raggiunto quota 81.430, segnando una crescita dell’1% rispetto all’anno precedente. Questo dato, rilevato dalla Camera di Commercio di Trento tramite il Progetto Excelsior, testimonia una tendenza di crescita del mercato del lavoro, ma mette in evidenza anche un importante problema di reperimento della manodopera.

Difficoltà in aumento rispetto al periodo pre-pandemia

Rispetto ai livelli pre-Covid, la crescita delle assunzioni previste tocca il 16%. Tuttavia, il 56,5% delle posizioni programmate è risultato di difficile copertura, un dato nettamente superiore alla media nazionale del 47,8%. Questo fenomeno rappresenta un incremento di oltre 30 punti percentuali rispetto al 2019. La causa principale della carenza di manodopera è identificata nella “mancanza di candidati” (40,2%), mentre un ulteriore 12,1% è imputabile a una preparazione inadeguata.

I settori e le professioni più colpite

Le difficoltà si concentrano soprattutto su determinate categorie professionali. Gli operai specializzati (72,7%) sono quelli per cui la carenza è più marcata, seguiti da dirigenti e professionisti altamente qualificati (65,7%) e tecnici (61,3%). Anche le professioni meno qualificate (50%) e i conduttori di impianti e macchinari (52,2%) non sono immuni da questo problema. Nel complesso, le professioni legate al commercio e ai servizi rappresentano le più richieste, con 34.030 posizioni aperte e una difficoltà di reperimento pari al 41,8%.

Contratti e qualifiche richieste

La tipologia contrattuale più comune resta quella a tempo determinato, che ha rappresentato il 70,9% delle nuove assunzioni, mentre i contratti a tempo indeterminato si attestano solo all’11,2%, contro il 18,6% della media nazionale. Questa discrepanza è legata principalmente alla stagionalità del turismo, un settore centrale per l’economia trentina.

Dal punto di vista delle qualifiche, il diploma professionale è il titolo di studio più richiesto (47%), seguito dal diploma quinquennale (20,1%). Le lauree, invece, risultano necessarie solo per il 9,3% delle posizioni aperte, segno di una domanda che si concentra maggiormente su profili tecnici e operativi.

Impatto sulle imprese e produttività

Il presidente della Camera di Commercio di Trento, Andrea De Zordo, ha sottolineato come la difficoltà di trovare personale stia incidendo negativamente sull’organizzazione del lavoro e sulla produttività delle aziende. Questo problema, ormai cronico, rappresenta una sfida per l’intero sistema economico della provincia.

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