Sfratti in Puglia: un dramma abitativo in crescita

La crisi abitativa colpisce la Puglia, con oltre 2.300 sfratti emessi nel 2023, di cui 1.900 per morosità. La mancanza di alloggi a canone accessibile aggrava la situazione

Il numero di provvedimenti di sfratto emessi in Puglia nel 2023 racconta di una situazione drammatica: 2.346 famiglie si sono ritrovate senza una casa, di cui il 90% a causa della morosità. Un dato in aumento rispetto al passato, a fronte di una diminuzione degli alloggi disponibili in affitto. A peggiorare la situazione, negli ultimi anni molte abitazioni sono state convertite in strutture turistiche, come bed & breakfast. A livello nazionale, si stimano 140mila case in meno destinate all’affitto rispetto al 2017, un fenomeno che mette in difficoltà migliaia di famiglie.

Affitti sempre più cari e pochi alloggi popolari

Il convegno tenutosi a Bisceglie, organizzato dal Sunia (Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari), ha messo in luce come l’aumento dei canoni di locazione – fino al 50% rispetto a dieci anni fa – renda sempre più difficile per molte famiglie accedere a un’abitazione. Anche nel caso dell’edilizia residenziale pubblica (Erp), le difficoltà restano elevate. Nonostante i 500 nuovi alloggi previsti in provincia di Bari annunciati da Arca Puglia, le richieste superano di gran lunga l’offerta, con tempi di attesa molto lunghi per la pubblicazione delle graduatorie.

Soluzioni sociali: il progetto Casa Barbiana

In questo contesto critico, i progetti di alloggio sociale come Casa Barbiana rappresentano un’ancora di salvezza per molte persone. Gestita dalla cooperativa “Mi stai a cuore”, Casa Barbiana offre accoglienza temporanea a chi si trova in situazioni di emergenza abitativa, come sfratti esecutivi, uscite dal carcere o separazioni familiari. Gaia Mariaia, assistente sociale del progetto, sottolinea: “Accogliamo le persone per sei mesi, con proroghe, fornendo supporto psico-sociale, educativo e aiuto nella ricerca di lavoro e di una casa.”

Le storie degli ospiti della struttura riflettono la gravità del problema. Una donna racconta come, dopo aver perso il lavoro e la casa, si sia ritrovata a Bisceglie con una figlia disabile senza la possibilità di affittare un’abitazione, a causa dei prezzi troppo alti. “Non ce lo potevamo permettere,” spiega, sottolineando l’urgenza di soluzioni strutturali.

Le richieste del Sunia e delle istituzioni

Il Sunia, per voce del segretario provinciale Angelo Garofoli, propone diverse misure per fronteggiare la crisi abitativa:

  1. Ripristinare l’agibilità delle case popolari inutilizzate.
  2. Incentivare i piccoli proprietari immobiliari a concedere in affitto a canone concordato gli alloggi vuoti.
  3. Sostenere il terzo settore per aiutare le famiglie nel passaggio da una casa all’altra.
  4. Realizzare una mappatura dei senzatetto a livello comunale per pianificare interventi mirati.

Anche le istituzioni locali, come il Comune di Bisceglie, si stanno muovendo per rispondere all’emergenza. L’assessore Roberta Rigante sottolinea l’importanza dell’edilizia residenziale sociale (Ers), che punta a creare alloggi a canone calmierato per chi non riesce ad accedere né al mercato libero né all’Erp.

La necessità di un piano strutturale

La crisi degli affitti in Puglia richiede un intervento coordinato da parte di Regione e Comuni. Le soluzioni proposte, dai progetti sociali come Casa Barbiana all’incremento dell’edilizia popolare, rappresentano passi fondamentali, ma serve un piano casa strutturale per affrontare in modo definitivo il problema. Con il numero degli sfratti in aumento e le famiglie in difficoltà economica sempre più numerose, la questione abitativa resta una delle principali emergenze sociali del territorio.

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