Leonardo, un piano di formazione per affrontare la crisi produttiva

Un programma di formazione coinvolgerà 676 dipendenti per affrontare la crisi produttiva senza ricorrere alla Cassa integrazione ordinaria

Un piano di formazione mirato interesserà lo stabilimento Leonardo di Grottaglie, in provincia di Taranto, coinvolgendo fino a 676 lavoratori tra operai e impiegati. La misura rappresenta un’alternativa alla Cassa integrazione ordinaria (Cigo) ed è al centro del dibattito tra azienda e sindacati.

Lo stabilimento di Grottaglie, specializzato nella produzione delle sezioni di fusoliera per il Boeing 787, sta attraversando una fase critica. Il piano di formazione, che partirà il 20 gennaio e si concluderà il 14 marzo, coinvolgerà 183 impiegati e 493 operai, offrendo un’opportunità per riqualificare i lavoratori durante un periodo di vuoto produttivo. Il segretario generale della Fim Cisl Taranto-Brindisi, Biagio Prisciano, ha sottolineato che questa iniziativa consentirà di tutelare i lavoratori, evitando il ricorso alla Cigo e garantendo loro una copertura economica. Tuttavia, lo strumento potrebbe essere rivisto in base all’annunciato piano industriale per la divisione Aerostrutture, previsto nelle prossime settimane.

La decisione è emersa durante un incontro a Roma, presso la sede di Unindustria, dove il management di Leonardo ha discusso con le organizzazioni sindacali. L’azienda ha adottato questa strategia a seguito della fine, avvenuta a gennaio, degli ammortizzatori sociali della Cigo. Nonostante ciò, le rappresentanze sindacali hanno espresso preoccupazioni per il futuro dello stabilimento, soprattutto a partire da metà marzo, quando il piano formativo terminerà.

Prisciano ha dichiarato che, sebbene il piano formativo dia una boccata d’ossigeno ai dipendenti, non basta a dissipare i dubbi sul futuro dello stabilimento. “Apprezziamo l’iniziativa per Grottaglie, ma riteniamo che sia una risposta parziale. Le incertezze sulla diversificazione e sul consolidamento delle attività produttive rimangono aperte”, ha spiegato il segretario.

Il problema principale risiede nella necessità di rafforzare e diversificare le opportunità produttive del sito di Grottaglie, un aspetto che i sindacati continuano a evidenziare nei tavoli di confronto. Per il momento, il piano formativo rappresenta un passo avanti per la gestione dell’attuale congiuntura, ma non risolve le preoccupazioni di lungo termine legate al futuro occupazionale e industriale dello stabilimento.

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