Secondo le proiezioni del bollettino Excelsior di gennaio, redatto da Unioncamere e ministero del Lavoro, il 2024 si prospetta con segnali positivi per il mercato del lavoro in Umbria. Sono previsti incrementi occupazionali nei settori del commercio, del turismo (ristorazione, accoglienza e servizi) e delle costruzioni.
Tuttavia, questo dato incoraggiante si scontra con alcune difficoltà persistenti. Le festività natalizie non hanno raggiunto le aspettative dei commercianti, confermando un cambiamento significativo nei comportamenti di acquisto dei consumatori. Nonostante un calo del fatturato complessivo, si registra un segnale di speranza: un ritorno ai negozi fisici, con il commercio di vicinato che ha superato le vendite online.
Un settore ancora fragile
Malgrado questo ritorno, le difficoltà strutturali del commercio locale, in particolare nei centri storici, rimangono evidenti. Le abitudini di acquisto dei consumatori si stanno spostando verso l’e-commerce e la grande distribuzione, attratte da offerte distribuite durante tutto l’anno, non solo nei periodi di festività.
Un esempio emblematico è rappresentato dall’apertura dei saldi invernali, che rischiano di consolidare la decrescita delle attività commerciali locali. Secondo Confesercenti Umbria, il periodo dei saldi, troppo vicino alle festività natalizie e con una durata eccessiva, ha perso efficacia nel generare afflussi significativi di clienti.
Dati preoccupanti: il declino del commercio al dettaglio
Nel dossier di Confesercenti, intitolato “Commercio e servizi: le oasi nei centri urbani”, emergono numeri allarmanti. Tra il 2014 e il 2024, in Italia sono scomparse oltre 140.000 imprese del commercio al dettaglio, di cui quasi 46.500 attività di vicinato, ovvero circa 13 chiusure al giorno.
In Umbria, il bilancio è altrettanto negativo: si contano circa 2.000 attività chiuse, di cui 700 imprese di vicinato. Nei centri maggiori come Terni e Perugia, la contrazione è stata più marcata, con un terzo delle chiusure concentrate proprio in queste città. Questo fenomeno ha creato situazioni di criticità, soprattutto nei piccoli comuni e nelle frazioni.
Il caso di Terni: un declino preoccupante
Tra il 2013 e il 2023, la città di Terni ha perso il 19% dei negozi al dettaglio, con 80 chiusure nel centro storico e altre 168 nelle aree periferiche. Questo ha avuto ripercussioni significative sull’occupazione, specialmente per le donne, già più vulnerabili alle fluttuazioni del mercato del lavoro.
Il commercio in Umbria si trova di fronte a una duplice sfida: sfruttare le opportunità di crescita occupazionale nei settori trainanti e contrastare il declino delle attività locali, specie nei centri storici. È fondamentale adottare strategie innovative e politiche mirate per sostenere il commercio di vicinato, che rappresenta un elemento chiave per la vitalità dei territori.