Cresce il prezzo del latte, fino a 56 centesimi al litro

Un aumento legato alla riduzione della produzione e alla chiusura di piccoli allevatori. Le ripercussioni su consumatori e trasformatori sono inevitabili

prezzo latte

Il prezzo del latte supera i 56 centesimi al litro, segnando un incremento significativo che solleva il settore degli allevatori ma pesa su consumatori e produttori di formaggi. Una combinazione di fattori strutturali ed economici sta contribuendo a questa tendenza, con ripercussioni a vari livelli della filiera agroalimentare.

Un mercato in evoluzione: meno latte disponibile

Negli ultimi 18 mesi, il prezzo del latte ha registrato un aumento costante, raggiungendo cifre che non si vedevano da anni. La scarsità di latte è tra le cause principali di questo incremento, legata a un calo produttivo globale e locale. Renzo Livoni, presidente dell’associazione allevatori Fvg, sottolinea come la mancanza di ricambio generazionale stia incidendo profondamente sul settore. “I giovani non sono più interessati a seguire le orme dei genitori”, afferma Livoni, evidenziando come la difficoltà a trovare nuovi allevatori stia contribuendo alla riduzione delle stalle attive.

A questa situazione si aggiunge l’aumento dei costi di alimentazione per il bestiame, con orzo e mais a prezzi sempre più elevati. Questo ha spinto molti allevatori a rallentare la produzione, aggravando ulteriormente la disponibilità di latte. Inoltre, la chiusura di piccoli produttori a un ritmo del 10% annuo crea un effetto domino sulla filiera, escludendo molte aziende dai circuiti di trasporto per ragioni di economicità.

La situazione in Friuli Venezia Giulia e in Europa

Nonostante la diminuzione di piccoli allevatori, la produzione complessiva di latte in Friuli Venezia Giulia è rimasta stabile, grazie alle aziende di dimensioni maggiori. Tuttavia, le importazioni di latte sono calate, alimentando ulteriormente il problema della disponibilità. Questa tendenza non è solo italiana: il fenomeno è diffuso in tutta Europa, dove la mancanza di ricambio generazionale e le chiusure aziendali affliggono il settore.

“Il nostro è un mestiere duro, probabilmente il più impegnativo dell’intero comparto agricolo”, afferma Livoni, spiegando come queste dinamiche stiano rendendo sempre meno sostenibile la vita da allevatore.

I rischi per i trasformatori e i consumatori

Tra le categorie più colpite dall’aumento del costo del latte ci sono i piccoli caseifici e i produttori di formaggi. Le realtà di dimensioni ridotte faticano a sostenere i costi crescenti, mettendo a rischio la loro sopravvivenza sul mercato. Questo, a cascata, potrebbe portare a un ulteriore aumento dei prezzi per i consumatori, che già subiscono il peso di una filiera sempre più costosa.

Inoltre, la progressiva scomparsa dei piccoli produttori rischia di impoverire il tessuto economico locale, privando intere regioni di tradizioni produttive e specialità casearie tipiche.

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