Caro-bollette, imprese pugliesi in difficoltà: aumenti di 600 milioni nel 2025

La crescita dei costi energetici mette a rischio occupazione e competitività

credito

Il caro-bollette continua a rappresentare una seria minaccia per le imprese in Puglia, con previsioni di spese aggiuntive per 600 milioni di euro nel 2025. L’allarme lanciato dalla Cgia di Mestre evidenzia un aumento dei costi energetici del 18,4% rispetto all’anno precedente, posizionando la regione al primo posto nel Sud Italia per i rincari. Questo incremento potrebbe tradursi in pesanti ripercussioni sui prezzi finali e sull’occupazione.

Un sistema imprenditoriale sotto pressione

Secondo i dati, le imprese pugliesi spenderanno complessivamente 3,87 miliardi di euro per energia elettrica e gas, con un incremento significativo rispetto ai 3,27 miliardi registrati nel 2024. I settori più colpiti includono alberghi, bar, ristoranti, commercio e trasporti, con contraccolpi evidenti sulla competitività sia nazionale che internazionale.

Francesco Caizzi, presidente di Federalberghi Puglia, ha sottolineato come i rincari energetici rappresentino un grave ostacolo per il settore turistico. Con costi tripli rispetto a quelli di Francia e Spagna, gli albergatori locali rischiano di dover aumentare i prezzi, compromettendo la competitività sul mercato estero.

Comparazione con altre regioni e stime nazionali

A livello regionale, anche Basilicata, Molise, Sicilia e Campania affrontano incrementi significativi, mentre il peso dei rincari è leggermente inferiore in Calabria. In Italia, il costo aggiuntivo stimato per il sistema imprenditoriale è di 13,7 miliardi di euro, con un aumento medio del 19,2%.

I dati della Cgia di Mestre si basano su un’ipotesi di prezzo medio dell’energia elettrica di 150 euro per MWh e del gas a 50 euro per MWh nel 2025. Questo comporterà un aggravio di 513 milioni di euro per l’energia elettrica e 87 milioni per il gas solo in Puglia.

Impatti sull’economia locale

Sergio Fontana, presidente di Confindustria Puglia, ha evidenziato come la difficoltà di accesso al credito e i costi bancari elevati aggravino ulteriormente la situazione. Nonostante i rincari non siano al livello critico del biennio 2021-2022, l’industria regionale fatica a mantenere la competitività in un contesto europeo dove i costi energetici sono più bassi.

Anche il settore commerciale manifesta preoccupazione. Benny Campobasso, presidente di Confesercenti Puglia, ha evidenziato un calo del 2% nei consumi autunnali del 2024 rispetto al 2023. La prudenza delle famiglie e il rallentamento dell’inflazione limitano la spesa interna, rendendo necessaria una politica di detassazione per stimolare la domanda.

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