Il prezzo dei carburanti continua a salire in maniera preoccupante, soprattutto nelle stazioni di servizio autostradali. Secondo i dati del Codacons, il 10 gennaio 2025, il prezzo della benzina in modalità servito ha toccato i 2,409 euro al litro sulla A1, mentre sulla A21 si è registrato un valore simile di 2,399 euro al litro. Anche il diesel non è da meno, con prezzi che raggiungono i 2,319 euro al litro sulla A1 e i 2,299 euro sulla A21.
In modalità self-service, i costi superano comunque la soglia critica dei 2 euro al litro, con rilevazioni come 2,039 euro sulla A14, 2,029 euro sulla A4 e A22, e 2,009 euro sulla A1. Tali cifre sono state confermate dai dati comunicati dai gestori al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit).
Le cause dietro l’aumento dei prezzi
Secondo l’analisi del Codacons, due fattori principali stanno influenzando il continuo aumento dei prezzi:
- I maggiori costi legati alla miscelazione obbligatoria dei biocarburanti, una spesa che viene trasferita direttamente sui consumatori finali.
- Le speculazioni sul prezzo del petrolio, che hanno determinato un rialzo delle quotazioni internazionali. Tuttavia, il Codacons sottolinea come tali aumenti non giustifichino appieno i livelli attualmente osservati in autostrada.
Sul fronte urbano, anche i costi per gli automobilisti risultano in aumento rispetto al mese precedente. Un pieno di benzina comporta oggi una spesa maggiore di circa 2,2 euro, mentre per il diesel l’aggravio è di 2,4 euro. Su base annua, si stima che un automobilista medio, con due pieni al mese, debba affrontare una spesa extra di 52 euro per la benzina e 57,6 euro per il gasolio.
L’appello alle istituzioni
Il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, ha sollecitato un intervento urgente del governo per monitorare e contenere i prezzi. Il rischio, sottolinea Rienzi, è quello di un impatto significativo non solo sulle famiglie, ma anche sull’economia generale. L’aumento dei costi di rifornimento si riflette infatti sui prezzi al dettaglio dei beni trasportati su gomma, aggravando ulteriormente l’inflazione.