Umbria, tra crescita e sfide nel mercato del lavoro: cosa dicono i numeri del 2025

Un'analisi del rapporto Excelsior: opportunità e criticità per il mercato del lavoro regionale

Giorgio Mencaroni

Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, evidenzia i punti salienti del rapporto Excelsior, sottolineando come l’Umbria mostri segnali di resilienza nel mercato del lavoro. Nonostante una contrazione nel settore manifatturiero, la crescita delle assunzioni nel turismo, nelle costruzioni e, in misura minore, nel commercio, compensa ampiamente questa flessione.

La situazione regionale, però, presenta una doppia faccia: da un lato, una tendenza positiva in alcuni settori chiave; dall’altro, un incremento preoccupante delle difficoltà di reperimento del personale, che raggiunge il 56%, il valore più alto tra le regioni del Centro-Nord.

Numeri incoraggianti, ma non senza ombre

Il bollettino Excelsior di gennaio 2025, redatto da Unioncamere e dal ministero del Lavoro, conferma un leggero miglioramento per l’Umbria. Le imprese regionali prevedono 6.110 ingressi lavorativi, un incremento rispetto ai 6.070 dello stesso mese nel 2024. Nel trimestre gennaio-marzo 2025, le previsioni salgono a 16.580 assunzioni, segnando un aumento del 1,6% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente.

Guardando indietro di un decennio, i progressi sono ancora più evidenti: nel primo trimestre del 2015 si registrarono 13.800 ingressi, con un aumento complessivo del 20,1% in dieci anni. Tuttavia, a livello nazionale, il contesto è meno favorevole, con una flessione media del 2,1% a gennaio e dello 0,2% nel trimestre.

I settori trainanti: turismo, costruzioni e commercio

  • Turismo: a gennaio 2025 sono previste 740 assunzioni, un aumento significativo del 25,4% rispetto alle 590 dello stesso mese del 2024. Questo riflette una domanda crescente di professionisti della ristorazione, accoglienza e servizi turistici, spinta dalla valorizzazione del brand Umbria nel panorama nazionale e internazionale.
  • Costruzioni: il settore continua a beneficiare di incentivi come il Superbonus edilizio, con 760 assunzioni previste, un incremento del 7% rispetto al 2024. Progetti di riqualificazione urbana e infrastrutturale rappresentano un’importante fonte di lavoro.
  • Commercio: pur con una crescita più contenuta, le assunzioni previste sono 790, un aumento del 2,6% rispetto al 2024, segnando una lieve ripresa della domanda interna.

Le competenze richieste: il nodo dell’istruzione

Il livello di istruzione richiesto dalle imprese umbre mostra una tendenza chiara:

  • Solo il 13% delle assunzioni previste riguarda laureati, al di sotto della media nazionale del 18%.
  • I diplomati rappresentano il 40% delle richieste, confermando la centralità della formazione tecnica e professionale.
  • Il 37% si riferisce a qualifiche professionali, mentre il restante 10% riguarda candidati con la sola scuola dell’obbligo.

Contratti e difficoltà di reperimento

Le imprese umbre incontrano crescenti difficoltà nel trovare personale qualificato: il 56% delle posizioni aperte è considerato di difficile reperimento, contro il 53% del 2024. Questo riflette un mismatch tra le competenze offerte e le esigenze del mercato. Inoltre, solo il 26% delle assunzioni riguarda contratti stabili (tempo indeterminato o apprendistati), mentre il 74% è composto da forme contrattuali più flessibili.

Confronto nazionale: un’Umbria resiliente

Le regioni del Sud continuano a registrare le migliori performance, con la Puglia (+13,39%) e la Sicilia (+12,77%) in testa. Le regioni del Nord, dominate dalla manifattura, mostrano invece le flessioni più marcate, come in Lombardia (-9,15%) e Piemonte (-10,28%). L’Umbria si colloca a metà classifica con un incremento dello 0,8% a gennaio e dell’1,6% nel trimestre gennaio-marzo, dimostrando una capacità di adattamento significativa.

Nonostante le sfide, l’Umbria si conferma un territorio capace di reagire e di valorizzare i suoi punti di forza. Tuttavia, per mantenere e ampliare questa resilienza, sarà fondamentale investire in politiche attive per il lavoro, formazione qualificata e stabilità contrattuale.

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