I recenti aumenti del prezzo del gas naturale rischiano di aggravare ulteriormente la situazione economica dell’Italia, già provata da costi energetici superiori alla media europea. Confcommercio lancia l’allarme, sottolineando come l’aumento del 35% della spesa energetica nel 2024 rispetto al 2019 stia colpendo duramente soprattutto il settore del terziario di mercato.
Fattori di rischio e prospettive preoccupanti
Secondo Confcommercio, gli attuali rincari sono influenzati da diversi fattori:
- Geopolitica e speculazioni finanziarie, che aumentano la volatilità dei prezzi;
- Stagionalità delle forniture, con il rischio di una maggiore domanda durante l’inverno;
- Limiti infrastrutturali, come i rigassificatori italiani che entreranno in funzione solo dal 2026.
Questi elementi potrebbero far esplodere nuovamente i costi energetici, minacciando la competitività delle imprese italiane e l’intero sistema economico.
Tre priorità a livello europeo
Confcommercio propone tre misure chiave a livello europeo per contrastare la crisi energetica:
- Tetto massimo al prezzo del gas tra 50 e 60 €/MWh per ridurre la volatilità e prevenire speculazioni.
- Riforma del mercato energetico, separando i prezzi dell’elettricità da quelli del gas, per garantire tariffe più eque.
- Acquisti congiunti di energia attraverso contratti a lungo termine con fornitori affidabili, per ridurre la dipendenza dai mercati spot.
Richieste di intervento a livello nazionale
A livello nazionale, Confcommercio chiede una revisione degli oneri generali di sistema, che rappresentano il 26% delle bollette per le imprese del terziario. Propone inoltre di incentivare l’efficienza energetica e promuovere l’autoproduzione di energia rinnovabile su piccola scala, coinvolgendo anche il terziario nel “Piano Transizione 5.0”.
Un equilibrio necessario: sostenibilità, competitività e sicurezza
Confcommercio evidenzia la necessità di affrontare il “trilemma energetico”, trovando un equilibrio tra sostenibilità ambientale, competitività economica e sicurezza energetica. Senza interventi rapidi e strutturali, l’Italia rischia di dover fronteggiare una nuova crisi energetica che metterebbe a dura prova sia le imprese che i consumatori.