I prezzi a dicembre sono rimasti stabili, come confermato dall’Istat, evitando agli italiani una “inflazione sotto l’albero”. Tuttavia, il nuovo anno potrebbe riservare brutte sorprese, con un possibile incremento delle bollette a causa delle tensioni sul mercato energetico. Confesercenti avverte che il rischio di un aumento dei costi dell’energia potrebbe far risalire l’inflazione al 2,2% nel 2025, più del doppio rispetto al dato medio del 2024, che si è attestato all’1%.
Il 2024 ha segnato un calo significativo dell’inflazione rispetto al 5,3% del 2023, favorendo un recupero del potere d’acquisto delle famiglie (+2,5% nei primi nove mesi del 2024) e un incremento dei consumi pari a 5,1 miliardi di euro nel terzo trimestre. Tuttavia, la volatilità dei prezzi energetici, in particolare del gas naturale, preoccupa. A gennaio, il prezzo del gas TTF al mercato di Amsterdam ha registrato oscillazioni, con un recente calo a 48,60 euro/MWh dopo aver superato i 50 euro.
Le recenti tensioni sono attribuite all’interruzione del passaggio dei flussi di gas attraverso l’Ucraina, anche se i valori attuali sono lontani dai picchi del 2022, quando il prezzo aveva raggiunto i 340 euro/MWh. Un aumento dei costi energetici potrebbe pesare sui bilanci familiari e sulle imprese, frenando la ripresa economica.
Confesercenti sottolinea l’importanza di monitorare attentamente l’evoluzione dei prezzi energetici e invita il Governo a considerare nuove misure per contenere i costi, come fatto in passato.