Banco Bpm ha presentato un esposto all’Antitrust alla fine del 2024, accusando Unicredit di aver lanciato un’offerta di scambio con l’intento di attuare una “killer acquisition”. Tale operazione sarebbe volta a eliminare un concorrente diretto e limitare le sue attività in un momento cruciale per il settore finanziario.
Accuse di concorrenza sleale e dinamismo di mercato
L’accusa si basa sull’ipotesi che l’offerta di Unicredit miri a bloccare la crescita di Banco Bpm, che in questo periodo è protagonista di importanti operazioni. Tra queste, spiccano l’OPA su Anima Holding e l’acquisto del 5% di Mps (Monte dei Paschi di Siena). Queste iniziative rappresentano mosse strategiche per il Banco, evidenziando il suo dinamismo in un mercato in piena evoluzione.
Secondo fonti finanziarie, confermate dopo le indiscrezioni pubblicate da Il Messaggero, l’esposto all’Antitrust si affianca a una precedente denuncia presentata da Banco Bpm alla Consob. Quest’ultima aveva l’obiettivo di bloccare l’offerta di Unicredit, accusata di essere uno strumento per applicare la passivity rule e limitare così le possibilità di reazione della banca.
La “killer acquisition”: una strategia per eliminare concorrenti
Il termine “killer acquisition” viene utilizzato per descrivere operazioni mirate a neutralizzare la concorrenza, piuttosto che a favorire una reale sinergia tra le parti coinvolte. Secondo Banco Bpm, l’offerta di scambio proposta da Unicredit rappresenta un esempio evidente di questa strategia, andando a interferire con i piani del Banco in un momento chiave per il settore bancario italiano.