I rincari del prezzo del gas potrebbero costare alle piccole e medie imprese italiane nel 2025 circa 1,6 miliardi di euro in costi aggiuntivi. La stima arriva dal Centro Studi di Unimpresa, che evidenzia l’impatto negativo dell’energia più cara sulla competitività e sulla stabilità economica delle aziende che costituiscono il 99% del tessuto imprenditoriale nazionale.

Con un prezzo medio del gas stimato intorno ai 50 euri per Megawatt all’ora per il 2025, in aumento rispetto ai 35 registrati nel 2024, le pmi italiane si troveranno ad affrontare un aggravio significativo, visto che il loro consumo totale di gas è pari a circa 10 miliardi di metri cubi annui, equivalenti a 105 Terawatt per ora. L’aumento di 15 euro rispetto allo scorso anno comporta, pertanto, un costo aggiuntivo complessivo di 1,575 miliardi.

I settori più penalizzati

I settori più penalizzati – evidenzia ancora l’indagine di Unimpresa – saranno quelli a maggiore intensità energetica, tra cui manifatturiero, logistica, agroalimentare, ceramica e metallurgia, che rischiano di vedere ridotta la loro competitività sia sul mercato interno sia sui mercati esteri. Per un’impresa media con un consumo annuo di 100 MWh, l’incremento di spesa stimato è di 1.500 euro.

Il rialzo dei costi operativi rischia di penalizzare gli investimenti in tecnologie innovative e nella transizione energetica, rallentando la trasformazione green del comparto produttivo.

E l’incremento dei prezzi del gas finirà per trasferirsi anche sui consumatori finali, contribuendo a un aumento generale dell’inflazione e riducendo il potere d’acquisto delle famiglie.