Ast e caro energia, tra ottimismo delle Istituzioni e timori per lavoratori e indotto

Il ministro conta di firmare entro febbraio l'Accordo di programma con Arvedi, ma Confartigianato e Ugl vedono lontane soluzioni sulla riduzione dei costi energetici richieste dall'azienda

ast

Da una parte c’è l’ottimismo delle Istituzioni. O almeno di quelle che parlano di un passo in avanti. Dall’altro ci sono i timori di quanti temono che il nodo costi energetici non sia così semplice da sciogliere, almeno in tempi brevi. E che, conseguentemente, il gruppo Arvedi possa rinviare la firma dell’Accordo di programma – che il ministro Urso vorrebbe avvenisse a gennaio – o comunque disattendere gli impegni di investimento in esso previsti.

Timori in tal senso è tornata ad esprimerli Confartigianato Imprese Terni, che già ad ottobre aveva lanciato l’allarme. E che ora chiede misure tempestive a sostegno delle piccole e medie imprese dell’indotto.

“Riscontriamo che dopo un lungo dibattito fra tutte le parti coinvolte non sono emerse risoluzioni attuative per sciogliere il difficile nodo del caro energia” affermano il segretario nazionale Ugl Metalmeccanici Antonio Spera, il vice segretario nazionale Ugl Metalmeccanici con delega alla siderurgia, Daniele Francescangeli e, il coordinatore Arvedi Ast Antonello Martoni.

“Abbiamo rappresentato – le loro parole – come detto più volte, la necessità di ricevere un miliardo di euro di investimento per la transizione ecologica, l’installazione di nuovi impianti lavorativi con un accordo di programma volto al rilancio del sito e al mantenimento dei volumi produttivi”.

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