Coin annuncia nuove chiusure in Italia: coinvolti anche Vicenza e San Donà

Il piano di risanamento della catena Coin prevede sette chiusure nel 2025, con l'obiettivo di tornare alla redditività entro il 2026

La crisi della catena Coin continua a manifestarsi con decisioni difficili e strategiche. Durante un vertice al Ministero del Made in Italy, è stato ufficializzato un piano di ristrutturazione che prevede la chiusura di sette punti vendita in Italia entro il 2025, inclusi due in Veneto. Gli store di Vicenza, in Piazza Castello, e di San Donà di Piave verranno chiusi, coinvolgendo 22 addetti che dovrebbero essere ricollocati.

Una crisi lunga e complessa

La situazione finanziaria di Coin si è deteriorata significativamente negli ultimi anni. Il fatturato è sceso dai 300 milioni di euro pre-pandemia ai 250 milioni attuali, accompagnato da un EBITDA negativo. La crisi, iniziata prima del Covid, è stata aggravata dalla pandemia e dalle difficoltà nel mantenere la redditività dei negozi meno performanti.

Le chiusure e il piano di rilancio

Tra i negozi interessati, oltre a quelli veneti, spicca il punto vendita di Grugliasco, vicino Torino, già chiuso alcune settimane fa. La strategia di Coin si basa su tre pilastri principali: riorganizzazione della rete di negozi, revisione del mix merceologico e miglioramento del servizio clienti tramite una maggiore presenza del personale. L’obiettivo è rilanciare il brand puntando su una presenza più concentrata nei centri città, con l’intenzione di chiudere gli store meno redditizi.

Trattative e prospettive future

Parallelamente, Coin sta negoziando con possibili investitori. Sono in corso colloqui con tre soggetti, tra cui il fondo Europa Investimenti (Arrow Global), che potrebbe convertire i crediti bancari acquistati in quote societarie. Tuttavia, questa manovra non è ancora stata confermata.

Prossimi passi e preoccupazioni sindacali

Il futuro dei dipendenti sarà discusso in un incontro con i sindacati il 4 febbraio, dove si approfondiranno anche i dettagli del piano industriale. I rappresentanti sindacali hanno espresso preoccupazione per la situazione e chiesto un monitoraggio continuo della crisi a livello regionale.

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