Le aggressioni sul posto di lavoro, sia verbali che fisiche, sono in costante aumento, interessando settori chiave come sanità, istruzione e trasporti. Questo allarmante fenomeno è stato analizzato nel seminario “Aggressioni violente ai lavoratori: comprenderle e prevenirle” organizzato dalla Trentino School of Management, con la partecipazione di esperti come Adriano Zamperini, professore di psicologia sociale all’Università di Padova.
Sanità: un settore sotto pressione
Uno dei settori più colpiti è quello sanitario, con un incremento del 38% degli episodi di violenza sugli operatori negli ultimi cinque anni, come riportato da Diego Catania, vicepresidente nazionale della Federazione degli Ordini Tecnici Sanitari. “La violenza verso il personale sanitario non è una novità, ma negli ultimi tempi ha registrato un’accelerazione significativa, passando da episodi di pressione psicologica ad aggressioni verbali e fisiche”, ha spiegato Catania.
La società che cambia e i nuovi equilibri
Secondo Adriano Zamperini, il fenomeno delle aggressioni è un indicatore delle trasformazioni sociali in atto. “Non viviamo più in una società paternalista, dove il professionista era visto come un’autorità indiscussa e il cittadino si limitava ad un ruolo passivo e deferente”, ha osservato Zamperini. Questo mutato equilibrio di potere porta con sé nuove tensioni nei contesti lavorativi, dove i cittadini si affermano come attori sociali con aspettative e comportamenti diversi rispetto al passato.
Prevenzione e consapevolezza: il punto di partenza
Il seminario ha sottolineato come la consapevolezza sia il primo passo per affrontare il problema. Comprendere le dinamiche che alimentano le aggressioni permette di intervenire in maniera più efficace, sia attraverso strumenti formativi che misure di prevenzione. Zamperini ha concluso evidenziando l’importanza di riconoscere questi segnali di cambiamento per migliorare la gestione dei conflitti e creare ambienti di lavoro più sicuri.