Riforma delle Aree Protette: presentato il documento programmatico per aggiornare la legge 394/91

Agli Stati Generali delle Aree Protette, conclusi dal ministro Pichetto, emergono sei punti chiave per adeguare la normativa e promuovere un modello di sviluppo sostenibile.

La legge quadro sulle aree protette, la 394/91, si prepara a essere rinnovata. Questo l’obiettivo al centro degli Stati Generali delle Aree Protette, organizzati dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, con il contributo di Federparchi. L’evento, tenutosi il 17 e 18 dicembre alla Biblioteca Nazionale di Roma, ha coinvolto istituzioni, esperti e operatori del settore per definire una riforma che tenga conto delle nuove sfide ambientali e degli indirizzi internazionali.

La 394 è un’ottima legge, ma ha 34 anni e va adattata a un modello diverso, capace di promuovere un nuovo equilibrio giuridico e normativo,” ha dichiarato il Ministro Gilberto Pichetto. Il Ministro ha sottolineato la necessità di un coordinamento centrale tra le aree protette e di un’azione culturale che trasformi la percezione delle aree naturali, da spazi limitati da divieti a strumenti operativi per lo sviluppo territoriale.

Un confronto ampio e condiviso

L’evento ha visto una partecipazione qualificata, con contributi da parte di enti gestori, associazioni ambientaliste, forze dell’ordine, accademici e rappresentanti politici, tra cui il Sottosegretario Claudio Barbaro. Tra i risultati principali, l’elaborazione di un documento programmatico che sarà perfezionato entro gennaio 2024, grazie a una piattaforma online aperta ai suggerimenti degli attori coinvolti.

I sei punti della riforma

Il documento programmatico presentato agli Stati Generali identifica sei priorità per aggiornare la legge 394:

  1. Velocità e flessibilità decisionale: semplificare le procedure e migliorare l’efficienza delle nomine gestionali e delle strutture operative.
  2. Governance: ridefinire le funzioni e le autonomie degli enti gestori, con particolare attenzione a riserve e aree marine.
  3. Organico: risolvere le carenze amministrative e di vigilanza, promuovendo una maggiore autonomia nella gestione delle risorse umane.
  4. Risorse finanziarie: sviluppare nuovi criteri di finanziamento, premialità e agevolazioni fiscali per sostenere sponsorizzazioni e trasferimenti.
  5. Coordinamento: creare un organo centrale per la rete delle aree protette, per promuovere visioni strategiche comuni e interventi unificati.
  6. Educazione ambientale: rafforzare i programmi di sensibilizzazione e coinvolgimento della cittadinanza, con particolare attenzione alle nuove generazioni.

Un nuovo modello per il futuro

Il Ministro Pichetto ha sottolineato l’importanza di fare rete e di coinvolgere tutte le parti interessate nella costruzione di un sistema normativo che supporti lo sviluppo sostenibile. Le 1049 aree protette italiane rappresentano un patrimonio straordinario, e la loro gestione integrata può diventare un modello per il rilancio del territorio e per il raggiungimento degli obiettivi internazionali di tutela ambientale.

Il confronto emerso dagli Stati Generali delle Aree Protette costituisce un passo decisivo per adattare la normativa alle sfide attuali, in un’ottica di innovazione, sostenibilità e valorizzazione del patrimonio naturale.

Foto MASE
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