Un’analisi condotta su sette regioni del Sud Italia da Great Place to Work Italia ha premiato GalileoLife, un network farmaceutico pugliese, come la miglior azienda per cui lavorare. Lo studio ha messo in evidenza il livello di fiducia e benessere dei lavoratori, un segnale positivo per l’intero Mezzogiorno.
La classifica delle migliori aziende nel Sud
GalileoLife, con sede a Maglie (Puglia), ha conquistato il primo posto nella prima edizione della classifica Best Workplaces in South Italy, realizzata da Great Place to Work Italia. L’analisi ha coinvolto oltre tremila collaboratori in sette regioni meridionali: Puglia, Sicilia, Abruzzo, Calabria, Molise, Campania e Basilicata. Questo studio non si è limitato a premiare il network farmaceutico; il terzo posto è stato assegnato ad Apuliasoft Srl di Bari, che si distingue nello sviluppo di soluzioni software personalizzate.
Gli altri nomi di spicco
Tra le aziende più apprezzate figurano Plurimpresa, Novidis, ACSoftware Srl, Prestiter, Studioware, PA Advice ed Egnazia Ospitalità Italiana. La fiducia nei confronti dei datori di lavoro è uno degli elementi chiave emersi, con un Trust Index del 92%, superiore di 21 punti percentuali rispetto alla media di altre aziende del Sud.
La fiducia e il benessere lavorativo al centro
La percezione di fiducia non solo fidelizza i dipendenti – il 91% intende restare a lungo nella propria azienda – ma migliora anche la reputazione: il 94% consiglierebbe la propria azienda. Questo supera di gran lunga il dato del 69% riscontrato in altre realtà regionali. Le aziende premiate si distinguono inoltre per un approccio innovativo al benessere lavorativo, offrendo benefit superiori del 25% rispetto alla media e garantendo ambienti psicologicamente sani.
Un esempio per il Meridione
Beniamino Bedusa, presidente di Great Place to Work Italia, ha commentato i risultati sottolineando che «ci sono organizzazioni eccellenti anche nel Sud Italia, ma molte non sono ancora consapevoli del valore di un clima aziendale positivo». Ha espresso l’auspicio che la classifica sia uno spunto per promuovere una cultura del lavoro più rispettosa e inclusiva. Secondo Bedusa, il ranking può rappresentare una riscoperta delle potenzialità del Mezzogiorno, spesso sottovalutate.