Migliorano fatturato ed export al Sud, calo al Centro-Nord

Il nuovo rapporto evidenzia un quadro positivo per le imprese del Mezzogiorno, ma segnala difficoltà al Centro-Nord

Il rapporto “La competitività delle medie imprese del Mezzogiorno tra percezione dei rischi e strategie di innovazione”, presentato dall’Area Studi di Mediobanca, dal Centro Studi Tagliacarne e da Unioncamere a Bari, fotografa una dinamica economica divergente tra Sud e resto d’Italia. Le medie imprese meridionali, nonostante le sfide globali, mostrano segnali di resilienza, con un incremento significativo sia del fatturato che dell’export, in netto contrasto con il calo registrato nel Centro-Nord.

Performance positive per le imprese del Sud

Nel 2023, le medie imprese del Mezzogiorno, che comprendono 431 società manifatturiere di capitali a controllo familiare con un numero di dipendenti compreso tra 50 e 499 unità e un fatturato tra 17 e 370 milioni di euro, hanno registrato un aumento del fatturato del 2,7%. Nello stesso periodo, le imprese del Centro-Nord hanno subito una contrazione del 3,6%. Ancora più marcato il divario nell’export: le aziende del Sud hanno visto una crescita del 4,4%, mentre quelle del Centro-Nord hanno riportato un calo del 2,1%.

La tendenza positiva sembra destinata a proseguire. Anche per il 2024, le imprese meridionali prevedono un incremento del giro d’affari e delle esportazioni di circa il 2%, in contrapposizione alla riduzione stimata rispettivamente dell’1,5% e del 4% per le medie imprese del resto d’Italia.

Investimenti e innovazione come fattori determinanti

Uno degli elementi chiave di questo successo è rappresentato dagli investimenti in tecnologie avanzate. L’87,3% delle medie imprese del Mezzogiorno ha già avviato o programmato interventi di trasformazione tecnologica in ambito 4.0 entro il 2026, una percentuale superiore rispetto al 82,1% delle aziende del Centro-Nord. Questa propensione verso l’innovazione consente al Sud di mantenere alta la competitività in un mercato sempre più globalizzato.

Crescita strutturale e rilevanza territoriale

Il rapporto evidenzia anche la crescita strutturale del capitalismo familiare nel Mezzogiorno. Dal 1996 al 2022, il numero di medie imprese a controllo familiare nel Sud è più che raddoppiato, passando da 213 a 431. Al contrario, al Centro-Nord la crescita è stata più contenuta, con un aumento del 13%, raggiungendo circa 3.600 unità nel 2022.

In Puglia, le medie imprese si confermano una forza trainante dell’economia regionale, con 84 aziende che generano l’11,4% del valore aggiunto manifatturiero regionale.

Un futuro in evoluzione

Il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, e la presidente della Camera di Commercio di Bari, Luciana Di Bisceglie, presenti alla presentazione del rapporto, hanno sottolineato l’importanza di proseguire sulla strada degli investimenti e dell’innovazione per consolidare i risultati raggiunti. L’esempio del Sud dimostra che, con le giuste strategie, è possibile affrontare con successo le sfide economiche attuali.

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