Chiusura Fondaco dei Tedeschi: il ristorante Alajmo però non molla

Confermato il programma fino al termine dell’anno, inclusa la tradizionale cena di Capodanno

Nonostante l’annunciata chiusura del Fondaco dei Tedeschi e i licenziamenti previsti, il ristorante Amo della famiglia Alajmo non si arrende e conferma il suo programma fino al termine dell’anno, inclusa la tradizionale cena di Capodanno.

La decisione arriva in risposta alla mancata comunicazione ufficiale da parte di DFS, il gruppo che gestisce il lussuoso centro commerciale situato a pochi passi dal Ponte di Rialto. Raffaele Alajmo, portavoce della famiglia, ha dichiarato: “Non avendo ricevuto alcuna conferma ufficiale di chiusura, andremo avanti con il sorriso, come fosse il primo giorno”.

Un investimento significativo e una collaborazione dal 2016

Il ristorante Amo, situato al piano terra del Fondaco, è frutto di un investimento di oltre 2 milioni di euro, progettato dal celebre designer Philippe Starck. Inaugurato nel 2016 come parte di una partnership con DFS, rappresenta uno degli elementi distintivi della trasformazione del Fondaco in un punto di riferimento per lo shopping di lusso.

La recente notizia della chiusura del Fondaco e il conseguente licenziamento di 226 lavoratori hanno suscitato forti reazioni, con Alajmo che ha espresso amarezza per il futuro incerto di un progetto su cui tanto è stato investito. Tuttavia, il ristorante si prepara a celebrare la fine dell’anno con la consueta creatività culinaria.

Una cena di Capodanno internazionale

Il menu di San Silvestro, ideato dallo chef Roberto Ienna, promette un viaggio attraverso sapori e tradizioni culinarie internazionali. Dalla cucina veneziana a quella giapponese, passando per influenze cinesi, spagnole, marocchine, messicane e peruviane, ogni piatto sarà un omaggio alla contaminazione culturale e gastronomica.

Il futuro del Fondaco e di Amo

Il destino del Fondaco dei Tedeschi rimane incerto. Nato come sede delle Poste e trasformato in centro commerciale di lusso, potrebbe chiudere definitivamente, lasciando spazio a nuove destinazioni d’uso. Tuttavia, Amo continua a rappresentare un simbolo di resilienza e qualità nel panorama della ristorazione veneziana.

Raffaele Alajmo, parlando a nome della famiglia, ha ribadito l’impegno a mantenere viva l’esperienza culinaria del ristorante fino a quando possibile, offrendo un servizio all’altezza delle aspettative dei clienti e onorando il lavoro del team.

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