Acciaierie d’Italia: accordo sul lavoro agile per oltre 2.200 dipendenti

Raggiunto un'intesa tra azienda e sindacati su un progetto sperimentale di smart working

ex ilva

L’accordo tra Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria e le organizzazioni sindacali segna un importante passo avanti nelle relazioni industriali, introducendo un progetto sperimentale di lavoro agile per circa 2.200 dipendenti. La Fim Cisl ha comunicato l’esito positivo dell’incontro tenutosi presso il Centro congressi Cavour a Roma, in cui è stato affrontato anche il tema della cassa integrazione straordinaria (CIG).

Una sperimentazione di un anno

Il progetto di lavoro agile avrà una durata sperimentale di un anno e prevede un minimo di 51 giorni annui per ogni lavoratore coinvolto. Valerio D’Alò, segretario nazionale Fim Cisl, e Biagio Prisciano, segretario generale aggiunto della Fim Cisl Taranto-Brindisi, hanno sottolineato che questa iniziativa potrebbe contribuire a limitare l’accesso alla cassa integrazione in situazioni emergenziali, garantendo maggiore stabilità per i lavoratori.

Il piano riguarderà principalmente 1.700 unità operative, tra dirigenti e quadri, a cui si aggiungeranno ulteriori 500 lavoratori di staff, acquisti e legali. Questa misura rientra in un più ampio processo di ripartenza dell’azienda, che sta attraversando una fase di trasformazione e di dialogo più costruttivo rispetto al passato.

Monitoraggio sulla cassa integrazione

Durante l’incontro, è stato effettuato un aggiornamento sull’andamento della cassa integrazione straordinaria. Il numero di dipendenti interessati dalla CIG è sceso da 2.604 a settembre a 2.534 a novembre, passando da un picco di 2.738 a ottobre. Parallelamente, la produzione di acciaio dell’azienda si attesta attualmente su 1,7 milioni di tonnellate, un dato significativo nel contesto della crisi industriale in corso.

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