Lavoro domestico in Italia: i numeri sommersi e le soluzioni per un cambiamento necessario

Il nuovo rapporto di ricerca che evidenzia le criticità del settore e le proposte per combattere il lavoro irregolare

Badante

Di recente, ASSINDATCOLF e FIDALDO, la Federazione Italiana dei Datori di Lavoro Domestico, hanno presentato il quarto rapporto di ricerca dal titolo “Il lavoro domestico: tra apparente contrazione e timidi segnali di sostegno”. Questo documento, analizzato con attenzione da Fipac Umbria, mette in luce dati allarmanti e suggerimenti chiave per il futuro del settore.

Il rapporto evidenzia che il lavoro domestico in Italia continua a registrare il più alto tasso di irregolarità rispetto ad altri comparti. Più della metà dei lavoratori domestici opera senza un contratto regolare, una condizione che aggrava il fenomeno del sommerso. Secondo l’Inps, a fine 2023 risultano attivi 833.874 contratti, equamente distribuiti tra colf e badanti. Tuttavia, questo numero è in calo, a fronte di una crescente domanda di assistenza da parte di una popolazione anziana sempre più numerosa.

Contrastare il lavoro irregolare non è solo un dovere morale, ma rappresenta anche un’opportunità economica e sociale. Eliminare l’abusivismo permetterebbe di incrementare le entrate fiscali, ridurre le dispute legali e offrire maggiori tutele a chi necessita di assistenza.

Secondo una stima dell’Osservatorio nazionale DOMINA, l’emersione del lavoro irregolare potrebbe far crescere il gettito fiscale dagli attuali 1,5 miliardi fino a 3,6 miliardi di euro, considerando una platea di due milioni di lavoratori regolari.

Fipac Confesercenti Umbria sottolinea, ancora una volta, l’importanza di permettere ai contribuenti di detrarre l’intero costo del lavoro domestico nella dichiarazione dei redditi, superando il limite attuale di 2.100 euro. Questa misura, oltre a favorire la regolarizzazione del settore, rappresenterebbe un sostegno concreto per le famiglie e un incentivo per il rispetto delle normative vigenti.

Un cambiamento è necessario, e passa attraverso politiche più incisive e un impegno collettivo per valorizzare un settore cruciale per la società italiana.

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