La situazione lavorativa a Melfi coinvolge oltre duemila lavoratori pugliesi, divisi tra lo stabilimento Stellantis e le aziende dell’indotto. Da mesi, i dipendenti vivono un clima di angoscia per l’estensione della cassa integrazione, ma la crisi sembra ora intensificarsi con il rischio di licenziamenti e chiusure aziendali.
Marco Potenza, segretario generale Fiom-Cgil di Foggia, esprime preoccupazione per il futuro del settore automobilistico e per una fabbrica che, in molti momenti, resta ferma. La maggior parte degli operai proviene dalla provincia di Foggia, seguita da numerosi lavoratori della BAT. Tuttavia, il lavoro è sempre più sporadico: si parla di uno o due giorni a settimana.
Le difficoltà del mercato e il mancato decollo dell’elettrico
Nonostante gli sforzi, il comparto dell’elettrico non riesce a garantire una ripresa significativa. Stellantis, per fronteggiare l’emergenza, potrebbe adottare misure ancora più drastiche, accentuando l’incertezza tra i lavoratori e le loro famiglie. Potenza segnala come l’ombra di ulteriori tagli al personale alimenti il timore di un collasso sociale.
Negli ultimi anni, diversi dipendenti hanno accettato incentivi per lasciare la fabbrica, con molti che hanno abbandonato la regione alla ricerca di migliori opportunità lavorative al Nord. Questo fenomeno è descritto dal sindacalista come “un nuovo esodo di lavoratori”, che penalizza giovani e meno giovani. Chi rimane, però, non intende arrendersi e si prepara a lottare per difendere il proprio posto di lavoro.
La mobilitazione come ultima risorsa
La Fiom-Cgil ha annunciato che, in assenza di risposte concrete da parte di Stellantis e del governo, verranno organizzate mobilitazioni per sostenere i lavoratori. L’obiettivo è ottenere garanzie per la stabilità occupazionale e per il futuro dell’industria automobilistica nell’area.