Con 460 dipendenti distribuiti tra gli stabilimenti di Monza e Setteville, nel Bellunese, Edim Bosch affronta da tempo una situazione economica critica. La prospettiva di decine di esuberi e la possibile cessione dello stabilimento veneto avevano allarmato lavoratori e rappresentanti sindacali. Tuttavia, l’incontro tenutosi a Feltre ha segnato un’importante svolta: l’azienda ha deciso di sospendere i licenziamenti unilaterali, aprendo la strada al dialogo.
Mediazione tra azienda e istituzioni: un piano condiviso per la crisi
La mediazione delle unità di crisi delle regioni Veneto e Lombardia ha giocato un ruolo fondamentale nel raggiungimento di un accordo. Invece di ricorrere a tagli drastici, è stato avviato un piano che prevede l’utilizzo di ammortizzatori sociali, garantendo un sostegno ai lavoratori durante questa fase critica.
Tra le misure proposte figurano anche incentivi all’esodo volontario e programmi di ricollocamento professionale finanziati dall’azienda. Questi strumenti puntano a offrire soluzioni meno traumatiche per i dipendenti coinvolti, aprendo possibilità di reinserimento lavorativo in altri contesti.
Prospettive per il futuro del settore
La crisi che coinvolge Edim Bosch riflette una difficoltà più ampia nel settore automobilistico europeo, alle prese con cambiamenti tecnologici e transizione energetica. La necessità di investire in nuove competenze e adattarsi ai mercati emergenti richiede sforzi coordinati tra aziende, sindacati e istituzioni locali.
Mentre le strategie di gestione condivisa sembrano offrire una via d’uscita per il momento, il futuro del settore richiederà interventi strutturali e visioni a lungo termine per garantire la sostenibilità economica e occupazionale.