Secondo il nuovo rapporto del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, in Puglia si è verificato un consumo di quasi 540 ettari di suolo in un solo anno, a fronte di numeri decisamente inferiori in altre regioni come la Valle d’Aosta (17 ettari) e la Liguria (28 ettari). La crescente cementificazione e lo sviluppo di nuovi cantieri stanno trasformando il paesaggio pugliese, con effetti negativi anche sulla capacità del terreno di assorbire e trattenere l’acqua, il cosiddetto “effetto spugna”.
Foggia, Bari e Lecce in testa alla classifica del consumo di suolo
Foggia guida la classifica pugliese per il maggiore incremento del consumo di suolo, seguita dalle province di Bari e Lecce. Analizzando i capoluoghi, Bari risulta al primo posto con 17 ettari di terreno consumati in un anno. Seguono Andria (14 ettari) e Lecce (13 ettari), mentre le città di Barletta e Trani si distinguono come le più virtuose nella tutela del territorio.
Questa crescita del consumo di suolo è strettamente legata alla realizzazione di nuovi edifici, piazzali asfaltati e altre infrastrutture urbane. Tuttavia, il fenomeno si riflette negativamente sulla disponibilità di aree verdi e giardini pubblici, che continuano a diminuire. A livello nazionale, meno di un terzo della popolazione urbana ha accesso a un’area verde di almeno mezzo ettaro entro 300 metri dalla propria abitazione, una situazione che si rispecchia anche in Puglia.
L’impatto del fotovoltaico
La Puglia, oltre a soffrire del consumo di suolo legato all’urbanizzazione, registra un altro primato: il 34% degli impianti fotovoltaici italiani si trova sul suo territorio. Questo dato, se da un lato riflette l’importanza della regione nella produzione di energia rinnovabile, dall’altro evidenzia come la copertura del terreno con pannelli fotovoltaici contribuisca a ridurre ulteriormente la disponibilità di suolo libero.
La necessità di un cambio di rotta
I dati presentati dal rapporto sottolineano la necessità di politiche più incisive per limitare il consumo di suolo e salvaguardare le aree verdi. La tutela del territorio non è solo una questione ambientale, ma anche di qualità della vita per i cittadini, sempre più privati di spazi verdi accessibili.