La questione del falso made in Italy torna alla ribalta dopo un’indagine condotta dalla Bbc che ha rivelato come alcune catene di supermercati britanniche vendano concentrato di pomodoro etichettato come italiano ma contenente prodotto cinese. Questo caso mette in luce la necessità di introdurre un’etichetta obbligatoria sull’origine degli alimenti per tutelare i consumatori e valorizzare le eccellenze italiane.
Crescita della produzione cinese
Secondo Coldiretti e Filiera Italia, il gigante asiatico potrebbe quest’anno superare gli Stati Uniti come principale produttore mondiale di pomodoro da industria. La produzione cinese ha raggiunto gli 11 milioni di tonnellate, un aumento significativo rispetto agli anni precedenti (8 milioni nel 2023 e 6,2 milioni nel 2022). A fronte di un consumo interno di derivati del pomodoro estremamente ridotto (solo 1 kg pro-capite annuo contro i 22 kg degli europei), gran parte di questo surplus si riversa sui mercati occidentali.
L’invasione del mercato europeo
Le importazioni di semilavorati di pomodoro dalla Cina nell’Unione Europea sono raddoppiate, passando da 50.000 tonnellate a oltre 100.000 tonnellate in un anno. Questo volume equivale, in termini di pomodoro fresco, al 10% della produzione complessiva di pomodoro da industria dell’Ue, aumentando il rischio di contraffazioni o dichiarazioni di origine ingannevoli.
Un caso simbolico riguarda un carico di concentrato cinese giunto nel porto di Salerno nel maggio scorso, trasportato attraverso il China-Europe Railway Express e accusato di essere prodotto sfruttando il lavoro forzato delle minoranze uigure nella regione dello Xinjiang. Il 90% del concentrato cinese destinato all’esportazione proviene proprio da questa regione.
Le richieste di Coldiretti e Filiera Italia
Per fronteggiare questa situazione, Coldiretti ha avviato una raccolta firme per sostenere una proposta di legge sull’etichettatura obbligatoria dell’origine alimentare in tutta l’Unione Europea. L’obiettivo è garantire trasparenza ai consumatori e proteggere le produzioni locali dalle pratiche sleali.
In Italia è già in vigore l’obbligo di indicare la provenienza dei derivati del pomodoro, ma occorre rafforzare queste misure a livello comunitario. Tra le proposte, anche l’estensione del divieto italiano di utilizzare concentrato per la produzione di passata, una misura che garantirebbe standard di qualità uniformi in tutta Europa.
Impegno per il made in Italy
L’intesa tra Coldiretti, Filiera Italia e l’Anicav, l’associazione delle industrie conserviere, punta a difendere i consumatori europei e internazionali da prodotti che utilizzano indicazioni di origine fuorvianti. Proteggere il made in Italy significa non solo tutelare la qualità, ma anche difendere i valori etici e sociali legati alla filiera produttiva.