Diciannove lavoratori civili italiani hanno accettato di sottoscrivere dimissioni volontarie dalla base Usaf di Aviano, ma per altri venti si prevede il licenziamento entro marzo 2025. La situazione sta creando tensioni tra il personale e le istituzioni, spingendo i sindacati a cercare una soluzione per ridurre gli esuberi e tutelare i livelli occupazionali.
Angelo Zaccaria, coordinatore territoriale UilTuCS di Pordenone e rappresentante nazionale Air Force della Uil, ha criticato aspramente gli incentivi offerti ai lavoratori per accettare le dimissioni. “L’incentivo è troppo basso: 8mila euro più tre mensilità. Non può compensare la perdita di un lavoro che fino a ieri era considerato sicuro”, ha dichiarato. Tra i dipendenti coinvolti, oltre a persone vicine alla pensione, ci sono anche giovani che, secondo Zaccaria, “hanno perso fiducia nell’azienda”.
Sulla questione è intervenuta Valentina Francescon, responsabile regionale Lavoro del Partito Democratico, chiedendo un’azione più incisiva da parte delle istituzioni. “È fondamentale bloccare i licenziamenti, rispettare i contratti di lavoro per il personale civile non statunitense delle basi in Italia e garantire la salvaguardia occupazionale”, ha affermato Francescon, sollecitando un maggiore impegno della giunta regionale e del governo italiano.
Per affrontare la situazione, il 10 dicembre si terrà un incontro tra i sindacati e gli uffici del personale della base, con l’obiettivo di trovare soluzioni per ricollocare i lavoratori e azzerare gli esuberi. Pochi giorni dopo, il 12 dicembre, è prevista un’assemblea di Natale con il personale. Tuttavia, il clima rimane teso. “Per alcuni sarà un Natale amaro. Questo deteriora i rapporti tra la base Usa e il territorio”, ha sottolineato Zaccaria.