Prezzi alimentari in aumento: le famiglie pugliesi comprano meno ma spendono di più

La crescita dei prezzi alimentari pesa sulle famiglie pugliesi, che riducono i consumi pur vedendo aumentare le spese per il carrello della spesa

spesa

L’analisi di Coldiretti Puglia, basata sui dati ISTAT relativi all’andamento dell’inflazione, evidenzia un aumento del tasso di crescita dei prezzi del carrello della spesa, ora al +2,6%, mentre l’inflazione di fondo si attesta al +1,9%. I beni alimentari lavorati e non lavorati registrano incrementi significativi, rispettivamente del +2,4% e del +4,1%, mettendo sotto pressione il potere d’acquisto delle famiglie pugliesi.

Un carrello più costoso e un potere d’acquisto ridotto

Le famiglie spendono in media 464 euro al mese per generi alimentari e bevande, uno dei valori più bassi in Italia. Nonostante ciò, la forbice dei prezzi tra produzione e consumo si allarga notevolmente. Dal campo alla tavola, i prezzi aumentano fino a 5-6 volte, penalizzando soprattutto i produttori agricoli, che spesso non riescono a coprire i costi di produzione.

Secondo i dati ISMEA, su 100 euro spesi per prodotti agricoli freschi, meno di 20 euro remunerano gli agricoltori. Di questi, una volta sottratti salari e ammortamenti, rimane un utile di soli 7 euro. Per i prodotti trasformati, il guadagno dell’agricoltore si riduce ulteriormente a 1,5 euro, in netto contrasto con i 13,1 euro che vanno al settore del commercio e del trasporto.

Consumi ridotti e attenzione al cibo locale

L’aumento dei prezzi ha spinto i consumatori pugliesi a riscoprire il valore del cibo locale. Nel 2024, il 64% delle famiglie ha fatto almeno un acquisto nei mercati contadini. Questi luoghi sono preferiti non solo per la trasparenza e la qualità, ma anche per la sicurezza alimentare. Secondo Coldiretti, il 73% dei consumatori considera l’acquisto diretto dal produttore come la scelta più sicura, seguita dai mercati contadini (69%) e dai negozi di vicinato (56%).

I supermercati e ipermercati raccolgono meno fiducia (48%), mentre il commercio online si posiziona in fondo alla classifica con solo il 19% degli intervistati che si fida del cibo acquistato sul web.

Mobilitazione per la trasparenza alimentare

Per garantire maggiore chiarezza sull’origine dei prodotti alimentari, Coldiretti ha lanciato la campagna “No fake in Italy”, con una raccolta firme per estendere l’obbligo di indicazione dell’origine su tutti i prodotti alimentari commercializzati nell’Unione Europea. Questa iniziativa, che include una promozione sui social con l’hashtag #nofakeinitaly, mira a tutelare i consumatori e il lavoro dei produttori locali.

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