REHOUSE: al via la riqualificazione energetica di un immobile a Margherita di Savoia

Un progetto pilota europeo trasforma un edificio di edilizia popolare in un esempio di sostenibilità e innovazione sociale

L’edificio di edilizia popolare a Margherita di Savoia, in Puglia, è stato scelto come caso studio italiano nell’ambito del progetto europeo REHOUSE. L’iniziativa mira a sviluppare tecnologie innovative per migliorare l’efficienza energetica in diversi contesti climatici e sociali in quattro paesi europei: Italia, Grecia, Ungheria e Francia. Questo esperimento rappresenta un passo decisivo per combinare innovazione tecnologica e partecipazione sociale.

Un progetto europeo per edifici sostenibili

L’obiettivo del progetto REHOUSE è applicare otto tecnologie avanzate per migliorare la qualità abitativa e ridurre l’impatto ambientale. Ogni edificio pilota è stato selezionato in base alle peculiarità climatiche, strutturali e sociali del contesto. Per l’Italia, l’ENEA, insieme a un consorzio di partner tra cui l’Università della Basilicata, Rina Consulting e TERA, ha individuato un immobile costruito nel 1986, caratterizzato da problemi di dispersione termica, impianti obsoleti e condizioni di disagio abitativo.

Gli interventi previsti comprendono:

  • Consolidamento strutturale di due pilastri interni.
  • Involucro isolante con materiali a base di canapa per migliorare l’efficienza termica.
  • Installazione di una facciata fotovoltaica capace di generare fino a 16mila kW/anno di energia.
  • Sostituzione degli infissi e un sistema centralizzato di produzione di acqua calda e raffrescamento.

Parallelamente, è previsto un progetto di street art e riqualificazione degli spazi esterni per favorire la coesione sociale tra gli abitanti del quartiere.

Integrazione sociale e cultura energetica

La grande sfida del progetto è guidare i residenti verso un uso consapevole delle nuove tecnologie. Per questo motivo, il team di REHOUSE ha coinvolto gli inquilini fin dalle prime fasi. Attraverso incontri partecipativi, i residenti hanno avuto la possibilità di contribuire alle scelte progettuali, come il colore dell’edificio e il tema artistico della facciata nord. “L’obiettivo è promuovere un cambiamento culturale nell’uso dell’energia, combinando innovazione tecnologica e cooperazione sociale”, spiega Monica Misceo, responsabile ENEA del progetto.

Un approccio innovativo e replicabile

Questo esperimento punta a diventare un modello per la riqualificazione di altre unità abitative in Italia e in Europa. La diagnosi preliminare, che ha incluso valutazioni energetiche, strutturali e sociali, ha permesso di ridurre al minimo i disagi per i residenti e di fornire conoscenze utili sulle nuove tecnologie. Inoltre, i residenti sono stati coinvolti in un gioco simulativo chiamato ENZEB, per comprendere concretamente l’importanza delle buone pratiche quotidiane nell’efficienza energetica.

Grazie agli interventi previsti, l’edificio migliorerà significativamente la sua classe energetica, ridurrà le emissioni di CO2 e aumenterà il comfort abitativo per le 20 persone che lo abitano, prevalentemente anziani. Questo progetto, oltre a contrastare il degrado abitativo, allevia la povertà energetica e promuove una maggiore inclusione sociale.

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