Si è conclusa a Baku la COP29, con l’approvazione di un documento finale che segna un passo avanti verso una finanza climatica più efficace e inclusiva. Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto, ha sottolineato il contributo dell’Italia nel negoziato condotto dall’Unione Europea, portando la visione del Piano Mattei nel dibattito globale.
Gli obiettivi della strategia italiana
Nel contesto del negoziato, l’Italia ha promosso una strategia per ridefinire la finanza climatica, con obiettivi chiari:
- Allargare la base dei contributori: coinvolgere Paesi non tradizionalmente considerati donatori.
- Contabilizzare i contributi delle banche multilaterali di sviluppo, ampliando le risorse disponibili.
- Incoraggiare le iniziative filantropiche, integrando il loro contributo nei processi globali.
- Sviluppare meccanismi di finanziamento pubblico-privato: incentivare i grandi investitori a sostenere progetti di decarbonizzazione, soprattutto nei Paesi più vulnerabili, trasformando la transizione climatica in un motore di sviluppo sostenibile.
Lo spirito del Piano Mattei
Il Ministro Pichetto ha evidenziato come l’approccio italiano rifletta i principi del Piano Mattei, privilegiando partenariati paritari e non predatori. Questo modello, già sperimentato dall’Italia nei progetti climatici dedicati all’Africa, è stato posto come esempio di cooperazione efficace per promuovere sviluppo economico e sostenibilità ambientale nei Paesi in via di sviluppo.
Risultati significativi della COP29
La COP29 ha segnato un passo avanti nell’allargamento della platea degli attori coinvolti nella finanza climatica e nella definizione di nuovi strumenti di partecipazione. Meccanismi innovativi di finanziamento pubblico-privato, come quelli proposti dall’Italia, rappresentano un modello da seguire per trasformare le promesse in azioni concrete.