La presenza femminile nei board delle prime 100 società italiane quotate mostra una sostanziale stabilità al 42% (395 consigliere), con l’80% delle società allineato alle disposizioni sulle quote di genere, sebbene in calo rispetto all’86% del 2022.
E’ quanto emerge dal Board Index 2024 di Spencer Stuart, che traccia i cambiamenti della governance in un contesto di espansione delle dimensioni della Borsa Italiana, che ha chiuso il 2023 con 429 società quotate e una capitalizzazione di 761 miliardi (+22% vs 2022).
Un segnale positivo viene dalle nuove nomine: su 183 ingressi complessivi, 95 (52%) sono donne, evidenziando una quasi totale parità di genere nei ricambi.
Il quadro cambia radicalmente analizzando i ruoli esecutivi. Le donne in queste posizioni sono solo 18, in calo di 2 unità rispetto al 2022, rappresentando appena il 4% dei Consiglieri di sesso femminile. La situazione ai vertici è ancora più critica: solo 5 donne ricoprono il ruolo di Amministratore Delegato (4,5% del totale degli AD), mentre tra i Presidenti si contano 12 donne in ruoli non esecutivi e solo 2 con cariche esecutive. Nessuna donna ricopre il doppio ruolo di Presidente/AD. L’internazionalizzazione dei board resta contenuta: i Consiglieri di nazionalità non italiana sono 105 (9,6% del totale), con una forte concentrazione in un numero limitato di società (il 61% dei CdA non ha membri stranieri).
Cresce invece l’esperienza internazionale dei Consiglieri italiani, con il 39% che ha maturato significative esperienze in contesti globali.