Un recente intervento del Garante per la Protezione dei Dati Personali ha portato all’attenzione pubblica una significativa sanzione inflitta a Glovo, chiudendo un’indagine avviata in seguito alla tragica morte del rider Sebastian Galassi nell’ottobre 2022 a Firenze. Questo evento, che aveva scosso profondamente l’opinione pubblica, aveva spinto NIdiL-Cgil Firenze a organizzare uno sciopero molto partecipato, unendo il cordoglio per la famiglia alle richieste di giustizia e sicurezza sul lavoro.
La conclusione dell’indagine ha portato non solo a una multa per la piattaforma, ma anche a una serie di disposizioni destinate a migliorare le condizioni di lavoro dei rider. Tra le prescrizioni imposte, Glovo dovrà:
- Modificare le modalità di comunicazione con i rider in caso di blocco degli account;
- Eliminare l’uso del riconoscimento facciale;
- Interrompere il tracciamento GPS al di fuori dell’orario lavorativo.
Queste misure segnano un passo avanti importante nella tutela dei diritti dei ciclofattorini, ponendo un freno a pratiche che sono spesso state percepite come invasive e discriminatorie.
Questa vicenda evidenzia ancora una volta le criticità delle piattaforme digitali, che utilizzano sistemi di valutazione e punteggi d’eccellenza spesso difficili da contestare e che possono portare, senza preavviso, alla sospensione o al licenziamento dei rider. L’effetto discriminatorio di tali meccanismi e la mancanza di trasparenza nel rapporto con i lavoratori rimangono questioni centrali nella lotta per i diritti di questa categoria.
Il pronunciamento del Garante rappresenta un ulteriore supporto alle battaglie che NIdiL-Cgil e altri sindacati portano avanti da tempo per difendere i diritti dei rider. Attraverso scioperi, cause legali e mobilitazioni, si cerca di smantellare un sistema che penalizza i lavoratori e di costruire un modello più equo e rispettoso.
Ogni passo in questa direzione, anche se parziale, costituisce una vittoria per i tanti ciclofattorini che operano quotidianamente nelle nostre città. Sebbene le piattaforme continuino a resistere al confronto su una reale riqualificazione contrattuale, le azioni intraprese dimostrano che il cambiamento è possibile e necessario per garantire dignità e protezione a chi lavora in condizioni di fragilità all’interno di un sistema complesso che coinvolge multinazionali, ristoratori e clienti finali.