Secondo Giuseppe Rizza, sovrintendente scolastico della Provincia Autonoma di Trento, la dispersione scolastica è il sintomo di un disagio che alcuni studenti vivono, impedendo loro di completare il percorso di studi. “C’è ancora uno zoccolo duro su cui intervenire”, ha dichiarato Rizza, sottolineando che il problema, pur contenuto rispetto ad altre regioni, merita attenzione.
Un impatto diretto sul mercato del lavoro
Il problema non si limita alla sfera educativa, ma si riflette anche sull’economia locale. Alessandra Proto, direttrice dell’Ocse di Trento, ha sottolineato come il 2023 sia stato un anno particolarmente difficile per le aziende europee, e anche trentine, nella ricerca di personale qualificato. Il 40% delle imprese in Trentino ha riscontrato difficoltà a reperire figure professionali adeguate. Questo scenario evidenzia un bisogno urgente di interventi mirati che favoriscano l’integrazione dei giovani nel mercato del lavoro.
Proto ha inoltre ribadito la necessità di affrontare il fenomeno della dispersione scolastica con un approccio sistemico, in quanto la mancanza di forza lavoro qualificata compromette la crescita economica e la competitività delle imprese.
Le iniziative di Confindustria
Luca Righi, vicepresidente di Confindustria, ha presentato le iniziative messe in campo dall’associazione per contrastare il fenomeno. Tra queste, il supporto alle scuole nella definizione dei percorsi formativi e l’organizzazione di eventi di orientamento dedicati ai giovani. L’obiettivo è quello di aiutare gli studenti a scoprire e sviluppare i propri talenti, preparando le competenze richieste dal mercato del futuro.
Righi ha sottolineato che gli investimenti in formazione non rappresentano solo una strategia per garantire forza lavoro qualificata. “Ogni investimento in formazione è un bene per studenti, famiglie e società. I benefici sono trasversali e coinvolgono anche il mondo imprenditoriale”, ha affermato.
La scuola come rete, non come imbuto
Uno degli spunti più significativi del convegno è stato offerto dal sovrintendente Rizza, che ha utilizzato una metafora per descrivere il ruolo della scuola nel contrasto alla dispersione scolastica. “La scuola non deve essere un imbuto, in cui la dispersione diventa una selezione naturale. Deve invece essere una rete capace di intercettare gli studenti in difficoltà”, ha concluso.