Nel 2024, la spesa media per la tariffa rifiuti di una famiglia pugliese ha raggiunto i 427 euro, registrando un aumento del 4,1% rispetto ai 410 euro dell’anno precedente. Questa cifra posiziona la Puglia come la regione più costosa d’Italia per la gestione dei rifiuti, superando di gran lunga la media nazionale, che si attesta a 329 euro (+2,6% rispetto al 2023). Il dato emerge dal Rapporto 2024 dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva, che ha analizzato i costi applicati nei capoluoghi italiani.
Differenze fra capoluoghi pugliesi
In Puglia, Andria e Barletta si distinguono per i maggiori aumenti percentuali delle tariffe, rispettivamente del 7% e 7,9%. Ad Andria, la spesa media per famiglia è di 471 euro, mentre Barletta si attesta poco sotto. Lecce, invece, registra una tariffa media di 354 euro, una delle più basse tra i capoluoghi pugliesi. Bari, nonostante il rialzo, si posiziona su valori intermedi, mentre Foggia ha un incremento più contenuto (+3,8%), con una spesa media di 393 euro.
La raccolta differenziata in Puglia: un quadro disomogeneo
Sebbene nel 2022 l’Italia abbia superato il target europeo del 65% per la raccolta differenziata, la Puglia rimane al di sotto della media nazionale, con una percentuale del 58,6%. I dati regionali rivelano grandi discrepanze: si passa dal 74% di Trani al 26% di Foggia, tra i capoluoghi più indietro nel processo. A livello nazionale, il Nord guida con il 71,8%, seguito dal Centro (61,5%) e dal Sud (57,5%).
L’analisi sui rifiuti urbani, condotta dall’ISPRA, evidenzia che nel 2022 in Italia sono stati prodotti 29,1 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, con una media pro capite di 494 chilogrammi all’anno. In Puglia, la produzione pro capite rimane più bassa rispetto al Centro-Nord, ma il sistema di raccolta e smaltimento sconta ritardi strutturali.
Aumenti delle tariffe rifiuti a livello nazionale
Nel confronto nazionale, la Puglia spicca per i costi elevati, ma non è il capoluogo più caro: questo primato va a Catania, dove una famiglia paga 594 euro annui, cifra rimasta invariata rispetto al 2023. Trento, invece, è il capoluogo meno costoso con una tariffa media di 183 euro. Rispetto all’anno scorso, variazioni tariffarie sono state registrate in 84 capoluoghi italiani, con aumenti significativi nel Mezzogiorno e costi più contenuti al Nord.
Tipologia e destino dei rifiuti
Nel 2022, la tipologia più raccolta in Italia è stata la frazione organica (38,3%), seguita da carta (19,3%), vetro (12,3%) e plastica (9%). Le percentuali più basse si registrano per i RAEE (1,4%) e i rifiuti tessili (0,8%). Tuttavia, il 18% dei rifiuti urbani finisce ancora in discarica, segnale di un sistema che fatica a raggiungere piena efficienza.