Assemblea Cisl Veneto: confronto sulle criticità della Legge di Bilancio 2025

Oltre 500 rappresentanti della Cisl Veneto riuniti per discutere la Manovra 2025 e le richieste del sindacato al Governo

A Vicenza, si è tenuta l’assemblea regionale di Cisl Veneto, che ha visto oltre 500 delegate e delegati confrontarsi sui principali temi della Legge di Bilancio 2025. Al centro del dibattito, le problematiche economiche e sociali che affliggono il territorio veneto, aggravate dai tagli previsti nella Manovra che rischiano di intensificare le criticità già esistenti. Proprio oggi, a Palazzo Chigi, il Governo ha incontrato le forze sociali per un confronto sugli effetti della nuova manovra, che per il Veneto potrebbe rivelarsi cruciale.

Criticità in settori chiave per l’economia del Veneto

Settore automotive in pericolo: La Cisl Veneto ha espresso preoccupazione per l’industria automobilistica regionale, già segnata dalla crisi tedesca. Con 361 imprese e oltre 7.500 addetti, il Veneto occupa un ruolo di spicco nel settore, posizionandosi al quarto posto in Italia. Considerando l’intera filiera, inclusi componentistica e carrozzeria, si arriva a un totale di 10.631 aziende e 46.151 lavoratori. La riduzione di 4,6 miliardi di euro dal fondo dedicato al settore potrebbe causare gravi ripercussioni sull’innovazione e sull’occupazione, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro.

Problemi nel manifatturiero: Anche nel comparto manifatturiero si registrano segni di rallentamento. Secondo i dati Inps, nei primi nove mesi del 2024 le ore di cassa integrazione autorizzate hanno superato le 50,9 milioni, in crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo aumento di circa 17 milioni di ore rispetto al 2023 rappresenta un chiaro segnale delle difficoltà attraversate dal settore industriale regionale, che richiede misure di sostegno tempestive.

Difficoltà per i comuni locali: I tagli previsti dalla manovra incidono anche sui bilanci comunali. Il blocco del turn over al 75% dal 2025 aggrava la carenza di personale nei comuni veneti, che già soffrono di un’insufficienza media del 30%, particolarmente acuta nei piccoli centri. Inoltre, i tagli alla spesa corrente rischiano di ridurre di 80 milioni di euro le risorse per i servizi sociali, con conseguenze dirette sui cittadini, in particolare sulle fasce più vulnerabili. I progetti di manutenzione di scuole e infrastrutture, la sicurezza del territorio e l’efficienza energetica potrebbero subire un forte rallentamento, ostacolando lo sviluppo sostenibile della regione.

Sanità e assistenza socio-sanitaria: La carenza di personale medico e infermieristico è un problema cruciale per la sanità veneta. I fondi stanziati nei prossimi anni verranno impiegati principalmente per coprire gli aumenti contrattuali, ma restano insufficienti per nuove assunzioni, essenziali per ridurre il carico sui servizi socio-sanitari, particolarmente quelli rivolti agli anziani e alle persone con disabilità. La mancanza di fondi per la non autosufficienza comporta un ulteriore peggioramento nella gestione dei servizi di assistenza.

Le richieste della Cisl Veneto al Governo

Massimiliano Paglini, segretario generale della Cisl Veneto, ha spiegato che questa assemblea ha rappresentato un’importante occasione di confronto e mobilitazione. Pur apprezzando alcuni risultati ottenuti dalla Cisl nel dialogo con il Governo, come la conferma delle tutele per i redditi medio-bassi e l’indicizzazione delle pensioni, Paglini ha sottolineato le numerose criticità presenti nella Manovra. «La Manovra finanziaria non risolve tutti i problemi, ma costituisce un’opportunità per definire delle tutele essenziali. In Veneto siamo particolarmente preoccupati per l’automotive e per la filiera moda, settori che necessitano di risorse dedicate per mantenere competitività e occupazione».

Cisl richiede il ripristino delle risorse destinate agli enti locali, cruciali per sostenere i servizi socio-sanitari e altri progetti infrastrutturali fondamentali per le comunità. L’organizzazione sindacale ha inoltre ribadito la propria intenzione di continuare il confronto con il Governo per garantire che le istanze regionali vengano considerate. Lo sciopero, ha precisato Paglini, è una misura estrema che sarà adottata solo se altre vie di mediazione si riveleranno inefficaci.

Ignazio Ganga, segretario nazionale di Cisl, intervenuto a chiusura dell’assemblea, ha evidenziato le difficoltà economiche che l’Italia sta attraversando, tra procedure di infrazione per deficit e limiti imposti dal Patto di Stabilità europeo. Ha affermato che, pur apprezzando alcuni interventi, rimangono necessarie modifiche significative. Ganga ha sottolineato l’importanza di rafforzare le pensioni minime, il fondo per la non autosufficienza e di alleggerire il carico fiscale sui redditi medio-bassi. Inoltre, ha espresso preoccupazione per i tagli al settore automotive e per le difficoltà strutturali nella scuola e nella pubblica amministrazione, settori che richiedono interventi urgenti per evitare una contrazione dell’organico e dei servizi.

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