Crisi della moda marchigiana, le aziende aprono al pubblico i loro atelier

L'elenco delle imprese che aderiscono il 9 e 10 novembre all'iniziativa di Cna Federmoda per far conoscere e rilanciare il settore

moda

Sono 20 gli atelier marchigiani che hanno aderito all’iniziativa di Cna Federmoda, aprendo al pubblico e alle scolaresche il 9 e 10 novembre. “Benvenuti in Atelier” è un tentativo di rilanciare oltre la crisi, i distretti della moda e del Made in Italy, facendoli conoscere ed apprezzare al grande pubblico.

Le imprese aperte

Nella provincia di Ancona si potranno visitare le aziende AB di Alessia Barbarossa in frazione Valtreara di Genga; Feel Bottega Artigiana ad Ancona; Knotwear di Gaia Segattini di Casine di Ostra; Il Laboratorio di Patrizia a Filottrano; Io ho la Stoffa a Jesi; La Congrega di Valeria David ad Ancona; La Sarta Beauty a Monsano; Le Perle di Giulia a Filottrano; Macrabalu a Filottrano; Mary Bloom ad Ancona; Lidosettantaquattroh a Fabriano; Tintura ad Ancona.
Nella provincia di Ascoli Piceno saranno aperti al pubblico gli atelier Valeria Pizi Dressigner ad Ascoli; Quitto Bags ad Ascoli; La Coccarda di Gabriella ad Ascoli; Dienpi di San Benedetto del Tronto; Cristiano Torricelli di San Benedetto del Tronto; Alessandro Bianchini di Ascoli Piceno.
In provincia di Pesaro aprirà le porte al pubblico l’azienda Olivia Monteforte di Pesaro e nella provincia di Fermo l’atelier Rosso Latino di Sant’Elpidio a Mare.

Benvenuti in Atelier

Cna Federmoda Marche punta a far conoscere le creazioni della moda delle Marche, aprendo al pubblico sartorie, calzaturifici e pelletterie, modisterie, laboratori di accessori. Una iniziativa che si svolgerà nelle città e nei borghi marchigiani in contemporanea con le altre regioni italiane. Nei loro atelier i maestri artigiani della moda marchigiana mostreranno come valorizzare materiali, design, tessuti, grazie al loro estro e alla loro creatività. Un modo per non arrendersi alla crisi e rilanciare puntando sulla qualità del Made in Italy.

In programma workshop, incontri con esperti, performance, visite guidate, aperitivi tematici e tante altre attività. Arte e artigianato che si fondono in una filiera capillare e interconnessa del “fatto a mano” utilizzando materiali tradizionali ma anche materiali green e nuove tecnologie.

I numeri crisi della moda marchigiana

Il sistema moda marchigiano della moda sta attraversando un momento di grande difficoltà. Crisi che colpisce in particolare le micro e piccole imprese artigiane della filiera, che rappresentano l’asse portante dell’intera catena produttiva, con gravi conseguenze economiche e sociali: interi distretti fermi, magazzini pieni a causa dell’assenza di ordinativi e circa 7 mila lavoratori in cassa integrazione. A febbraio, secondo Cna Federmoda Marche, potrebbe arrivare un conto ancora più pesante, con il 30 per cento delle imprese artigiane che termineranno i periodi di copertura della cassa integrazione in deroga. Le conseguenze? Una crisi occupazionale senza precedenti, con la perdita di migliaia di posti di lavoro. Per scongiurare questo scenario catastrofico, Cna Federmoda Marche ha chiesto di estendere la cassa integrazione in deroga oltre il 31 dicembre, per ulteriori tre mesi, sperando che nel frattempo il settore possa ripartire, anche grazie ad un miglioramento del quadro internazionale.
La crisi della moda. Gli ultimi cinque anni sono stati molto difficili per i distretti marchigiani della moda. Da settembre 2019 a settembre 2024 sono scomparse 1.464 imprese di cui 1.099 artigiane. Sono stati 4.586 gli addetti che hanno perso il posto di lavoro. Complessivamente le imprese del tessile, abbigliamento, calzature sono scese da 5.762 a 4.298. Quelle artigiane erano 3.875 ed oggi sono 2.776. Gli addetti nelle aziende della moda sono passati da 39.950 a 35.364.

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