Piano Beko Europe, timori per gli impianti italiani ex Whirlpool

L'azienda: settore freddo e lavaggio sono in rosso sistematico, negli stabilimenti italiani occupati oltre 5mila lavoratori. Nuovo tavolo ministeriale per scongiurare chiusure e gestire ridimensionamenti occupazionali

Beko

Si teme addirittura la chiusura per alcuni stabilimenti Whirlpool in Italia, dopo che Beko Europe ha presentato nell’incontro al al Ministero uno scenario drammatico in Europa: il settore freddo e lavaggio sono in rosso sistematico. L’azienda sostiene che il mercato europeo non è cresciuto rispetto alle aspettative e questo ha portati a rivedere i piani. Beko sta fermando anche lo stabilimento in Turchia, che produce lavatrici, per eccesso di saturazione.

Di fronte allo scenario di possibili chiusure, al fine di salvaguardare gli assetti dell’impresa che opera in ambito ritenuto strategico e di interesse nazionale, il Governo italiano si dice pronto a mettere in campo i poteri di intervento riconosciuti dalla Golden Power.

“L’Ugl Metalmeccanici non accetta tale imposizioni e dichiara al ministero e all’azienda di essere pronta al confronto su un piano industriale serio, senza chiusure di stabilimenti con investimenti su processi e ricerca e sviluppo” è la posizione espressa dal segretario nazionale dell’Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera, che unitamente a Francesco Armandi, coordinatore UglM Whirlpool e Fabio Capolongo della segreteria Ugl di Ascoli, che hanno partecipato alla presentazione del piano industriale nell’incontro al ministero delle Imprese e del Made in Italy con il ministro Adolfo Urso.

“Non accetteremo mai una forzatura di tale portata occupazionale – hanno ribadito i segretari UglM – siamo pronti al dialogo, speranzosi che Beko porti sul tavolo un vero piano industriale dove poterci confrontare. Come Ugl Metalmeccanici – ricordano – avevamo lanciato l’allarme quasi un anno fa, quando Arçelik ha chiuso l’accordo con Whirlpool per la nascente Beko Europe poiché era lampante la presenza di stabilimenti sovrapponibili che producono prodotti simili a quegli che escono dalle fabbriche italiane. Una crisi annunciata, insomma dove ora non possiamo accettare tutto ciò.

A marzo c’era stato il via libera dell’Antitrust del Regno Unito alla joint venture tra l’americana Whirlpool e la turca Arçelik. Il nuovo gruppo, Beko Europe, ambiva a sviluppare un giro d’affari da 6 miliardi di euro. Arcelik ha acquisito, tramite una nuova società di cui detiene il 75%, tutti gli stabilimenti Whirlpool dell’area Emea (Europa, Medio Oriente e Africa). Il restante 25% è rimasto in capo a Whirpool.
Arcelik ha conferito alla nuova società due stabilimenti romeni. Whirlpool ha trasferito il business europeo dei grandi elettrodomestici con i 7 stabilimenti in Europa e una forza lavoro complessiva pari a 14.000 dipendenti.

In Italia sono coinvolti dall’operazione gli stabilimenti di Siena (congelatori), Comunanza (Ascoli Piceno, lavatrici e lavasciuga), Melano (Ancona, piani cottura), Cassinetta (Varese, frigoriferi, forni a microonde da incasso) mentre nel sito di Carinaro (Caserta) Whirlpool ha un magazzino logistico e un centro di ricondizionamento dei prodotti danneggiati. In tutto, in questi stabilimenti sono occupati oltre 5mila  dipendenti.

Ascoltate le parti, il ministro Urso e il sottosegretario Bergamotto hanno invitato l’azienda a presentare a breve un piano industriale che preveda maggiori investimenti in Italia, anche usando gli strumenti che il Governo e le Regioni mettono a disposizione, al fine di scongiurare la chiusura di stabilimenti e a gestire al meglio eventuali ridimensionamenti occupazionali e produttivi.

Nei prossimi giorni, presumibilmente il 20 novembre, inizierà un confronto serrato tra azienda e sindacati, insieme al ministero delle imprese e del Made in Italy, per entrare nel merito delle intenzioni della proprietà e del piano industriale che verrà presentato.

 

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