Ex Ilva, nuova Vis: rischio ridotto con produzione a 8 milioni di tonnellate

Secondo la nuova analisi dell'azienda, il rischio per la salute rimane "accettabile" anche in caso di un aumento produttivo

Acciaierie d’Italia ha presentato una nuova Valutazione di impatto sanitario (Vis) al Ministero dell’Ambiente, che stima gli effetti di una produzione elevata a 8 milioni di tonnellate di acciaio all’anno. Secondo il report, tale livello di produzione comporterebbe un impatto sanitario “ampiamente accettabile” per gli organi bersaglio coinvolti, tra cui la popolazione dell’area di Taranto e il quartiere Tamburi, zone storicamente esposte agli effetti dell’industria siderurgica. La valutazione sanitaria si inserisce nel contesto del riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), in scadenza e in attesa di rinnovo, su cui il Ministero ha già aperto l’istruttoria.

Già lo scorso giugno, l’azienda aveva presentato una valutazione simile riferita a una produzione annuale di 6 milioni di tonnellate, arrivando a conclusioni parallele sulla compatibilità del rischio sanitario. Tuttavia, successivi approfondimenti richiesti dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) hanno portato l’azienda a integrare i dati e a presentare una versione aggiornata della Vis, sia per lo scenario da 6 milioni sia per l’ipotesi a 8 milioni di tonnellate. La documentazione presentata comprende uno scenario “post operam”, ossia basato sull’efficacia di interventi ambientali realizzati secondo le direttive prescritte. In questo quadro, la valutazione del Ministero della Salute e dell’ISS verrà inviata successivamente ai Ministeri competenti per il giudizio finale.

Uno dei principali elementi contenuti nella Vis, redatta dal professor Alfonso Cristaudo, esperto di Medicina del Lavoro presso l’Università di Pisa, e dall’ingegner Annalisa Romiti della società di consulenza Icaro, è la previsione di un sensibile abbattimento del rischio ambientale e sanitario. Il documento, lungo 288 pagine, sottolinea infatti che l’adozione delle misure ambientali post operam per una produzione di 8 milioni di tonnellate produrrebbe una riduzione del rischio complessivo del 30% per la popolazione residente a Taranto e del 39% per gli abitanti del quartiere Tamburi rispetto alla situazione attuale (ante operam). Il miglioramento sarebbe legato a implementazioni già in corso o in programma, destinate a diminuire l’inquinamento emesso dagli impianti.

L’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), che definisce i parametri di attività per l’industria siderurgica di Taranto, ha raggiunto la scadenza ad agosto 2023 ed è attualmente in regime di proroga in attesa del rinnovo. Questo processo di rinnovo richiede approfondite verifiche su parametri ambientali e sanitari per garantire la sostenibilità e la compatibilità delle attività produttive con la salute pubblica.

Il dibattito sull’impatto ambientale dell’acciaieria di Taranto si colloca al centro delle politiche industriali e sanitarie, poiché la regione ha assistito negli anni a un aumento dei casi di malattie correlate all’inquinamento industriale. La presentazione di questa nuova Vis mira a dimostrare la capacità di Acciaierie d’Italia di ridurre il proprio impatto ambientale e contribuire alla riqualificazione dell’area industriale, attenuando i rischi per la popolazione e rispettando i criteri delle normative ambientali in vigore.

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