L’Istat ha lanciato il progetto Bes (Benessere Equo e Sostenibile) nel 2010 con l’obiettivo di monitorare e misurare aspetti fondamentali del benessere delle persone, andando oltre le semplici misure economiche. Il Rapporto Bes, aggiornato ogni anno, si basa su un set di 152 indicatori distribuiti in 12 domini tematici, che analizzano il livello di benessere nelle varie regioni italiane, considerando sia le tendenze recenti che quelle di lungo periodo, oltre alle disuguaglianze regionali.
Nel complesso, il Rapporto evidenzia una forte differenza tra le regioni del Nord e quelle del Sud Italia. In tutto il Nord e in Toscana, oltre il 60% degli indicatori di benessere risulta sopra la media nazionale, con punte del 75% nelle province autonome di Trento e Bolzano e in Veneto. Queste regioni dimostrano livelli superiori di qualità della vita in diversi settori, quali l’ambiente, la salute, il lavoro e la partecipazione sociale. Al contrario, nel Mezzogiorno i valori di benessere sono distribuiti in modo meno omogeneo e spesso risultano inferiori alla media nazionale.
Trento e Bolzano: esempi di benessere sostenibile
Trento e Bolzano si distinguono per i risultati particolarmente positivi: sono le aree in cui gli indicatori di benessere raggiungono livelli tra i più alti in Italia. In particolare, la provincia di Trento è nota per una vasta disponibilità di verde urbano e una spiccata propensione al volontariato e alla partecipazione culturale. Un indicatore significativo riguarda la frequentazione delle biblioteche: nel 2023 quasi un terzo dei residenti del Trentino ha visitato una biblioteca almeno una volta nell’anno, un dato eccezionale rispetto ad altre regioni italiane dove spesso questa percentuale non supera il 15%. In Molise e Campania, ad esempio, solo il 5% della popolazione si reca abitualmente in biblioteca, dimostrando un divario netto rispetto al Trentino.
Anche Bolzano presenta dati di rilievo in numerosi ambiti. La provincia autonoma si distingue per il numero elevato di aziende agrituristiche, la soddisfazione per i servizi pubblici e il trasporto, e altri aspetti legati alla salute, come una bassa prevalenza di multicronicità e limitazioni gravi tra la popolazione. Gli indicatori mostrano anche una partecipazione sociale elevata e un basso livello di occupati sovraistruiti, segno di una buona corrispondenza tra qualifiche professionali e opportunità lavorative.
Il divario Nord-Sud e la sfida per il Mezzogiorno
Il Sud Italia e in particolare il Mezzogiorno presentano performance generalmente inferiori rispetto al Nord, una tendenza che si conferma anche nel Rapporto Bes. Gli indicatori di benessere in molte aree del Sud risultano inferiori alla media nazionale, soprattutto in termini di partecipazione sociale, salute, istruzione e occupazione. Le differenze sono spesso riconducibili a fattori strutturali e storici che ancora limitano il potenziale di alcune aree del Sud, accentuando il divario con le regioni più sviluppate del Nord.